#Cannes68 – Joachim Trier racconta una famiglia americana in Louder Than Bombs

In conferenza stampa e’ il giorno del giovane regista norvegese, in concorso con Louder than Bombs e con un cast d’eccezione: Isabelle Huppert, Gabriel Byrne e Jesse Eisenberg.

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Joachim Trier ritorna a Cannes quattro anni dopo. E questa volta in concorso. Dopo aver presentato nel 2011, nella sezione Un certain regard, Osli 31. August, il cineasta norvegese si presenta con un film girato negli Stati Uniti con un cast di prim’ordine che annovera Isabelle Huppert, Gabriel Byrne, Jesse Eisenberg ed Amy Ryan. Louder than Bombs racconta le relazioni interne tra un padre e i suoi due figli maschi dopo che la perdita della moglie ha scatenato dolori e segreti. “A me interessava soprattutto fare un film con dei personaggi provenienti ognuno da una generazione diversa, che riflettessero punti di vista e sentimenti differenti e che avessero difficolta’ a comunicare tra di loro. Mi interessava anche creare una struttura polifonica che avesse tante voci diverse che fossero in grado di convergere in un’unica storia”. Interrogata sulle motivazione che l’hanno spinta ad accettare il ruolo Isabelle Huppert ha risposto di essere rimasta affascinata dal fatto che fosse un personaggio sfuggente, dalla personalitá multipla: “è una fotografa, ma è anche una madre calorosa, una moglie, è una donna depressa, ma allo stesso tempo è legata alla sua famiglia”.  Nonostante lo stile frammentario del film, con voice over che si accavallano e un montaggio alternato che spesso mescola diversi piani temporali, il regista danese afferma di volersi contrare nei suoi film sempre e soprattutto sui personaggi: “Non mi piace quando la forza visiva di un film lascia i personaggi in secondo piano, riducendoli a meri concetti.”

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Nel film ci sono due momenti che riflettono in modo diverso sull’immaginario contemporaneo. Che ruolo hanno le foto scattate dal personaggio della Huppert e il video in cui i figli vedono la scena di un film con Gabriel Byrne? “Nel secondo caso la scena mi sembrava molto divertente e racconta il passato del personaggio come attore. Il film parla di problemi e sentimenti umani, ma su un altro livello riflette sulla rappresentazione dei problemi della societá. Abbiamo usato alcune foto di una fantastica fotografa francese che si chiama Alexandra Boulat, che purtroppo è scomparsa alcuni anni fa”.

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