"Cuore napoletano" di Paolo Santoni

È un bel documentario quello realizzato da Paolo Santoni che come Wenders a Cuba compie un'esplorazione del microcosmo musicale sotto il Vesuvio. Alternando interviste ai rappresentanti di oggi, libere performance degli stessi, immagini di repertorio, l'assemblaggio è più che riuscito.

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Bovio, Russo, Di Giacomo, Viviani, Caruso, Donnarumma, cosa rappresentano per Napoli? La musica classica napoletana, l'humus antropologico della città, l'arte di innalzare il puro sentimentalismo fino alle vette della poesia più "alta", la forza del riscatto per l'intero popolo partenopeo, la fiducia, il conforto, tutto ciò esprimono quei grandi della canzone di inizio secolo. È un bel documentario quello realizzato da Paolo Santoni che come Wenders a Cuba compie un'esplorazione del microcosmo musicale sotto il Vesuvio. Alternando interviste ai rappresentanti di oggi, libere performance degli stessi, immagini di repertorio, l'assemblaggio è più che riuscito.

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La musica classica napoletana non morirà mai secondo gli intervistati, ma esistono ancora i sentimenti che hanno fatto sì che nascesse? È qui che prende piede l'indagine del regista, attraverso anche le testimonianze d'oltreoceano, in quella New York di Jimmy Roselli, Jerry Vale e Rita Berti. L'impresario americano, procacciatore di serate, non fa a meno di ricordare ai cantanti napoletani, che da decenni vivono negli Stati Uniti, di confessare ai propri fans di aver da poco lasciato l'amata Napoli: ciò agevola la lacrima. "La musica classica napoletana non morirà mai", continuano a ricordare i protagonisti, come quando dopo la seconda guerra mondiale Napoli era un cumulo di macerie e proprio la musica destò dall'incubo di una notte che non voleva passare. Erano di quegli anni canzoni come Funìculì Funiculà o Monastero 'e Santa Chiara: la prima propagandava la nuova funicolare della città, costruita dopo i bombardamenti, nella seconda, un poeta lontano da Napoli non riusciva a credere che la sua città fosse inesorabilmente in ginocchio. "La musica classica napoletana non morirà mai anche se manca il ricambio generazionale"; è vero, ci sono ancora per le strade di quartiere i cosiddetti "posteggiatori" (coloro che suanano tra un tavolo e l'altro di un ristorante), i matrimoni-concerto o le serenate sotto i balconi della sposa di domani, ma se Apicella (noto posteggiatore) suona esclusivamente per il potente "Presidente" qualcosa effettivamente non torna. Per fortuna che c'è il "contaminato" Peppe Barra che con il suo grido di dolore  rievoca con Tammurriata nera gli orrori della guerra e regala così forse la più originale rilettura del patrimonio musicale classico. Ed Arbore? Neanche l'ombra.


Regia: Paolo Santoni
Sceneggiatura: Paolo Santoni
Fotografia: Marco Tani, Vittorio Bagnasco
Montaggio: Giogiò FranchiniMusiche: autori vari
Interpreti: Jimmy Roselli, Rita Berti, John Gentile, Jerry Vale, Enzo Gragnaniello, Beppe Barra, Mirna Doris, Maria Nazionale, Tonino Apicella, Salvatore  Esposito, Aldo Manursi, Rino Marcelli, Alexander Marcenko, Francesca Marini, Pietra Montecorvino, Salvatore Palomba, Gianni Quintilliani, Dino Rosi, Luigi Iodisco
Produzione: Paolo Santoni e Daniele De Sanctis per Ready Made. In collaborazione con Tele +
Distribuzione: Mikado
Durata: 94'
Origine: Italia, 2002

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