È l’estate del 1986. Si è appena conclusa un’importante tournée che ha visto impegnato Lucio Dalla, uno dei principali cantautori della storia della musica italiana, in una serie di concerti tra Canada e Stati Uniti. Il tour si è concluso con la storica data al Village Gate di New York, dove con il gruppo musicale degli Stadio ha appena registrato un album live intitolato Dall’America. Eppure, il cantautore bolognese sente che manca qualcosa, un inedito che possa completare il suo disco prossimo all’uscita. Ed ecco che, quasi per un segno del destino, l’imbarcazione su cui si trova Dalla, in compagnia di alcuni amici, si ferma al largo del Golfo di Sorrento. Un’avaria al motore. Lucio osserva la costa e trova davanti a sé lo storico Grand Hotel Vittoria. Ci si ferma lì. Ma c’è un’unica suite libera: la numero 448, è la suite Caruso, in onore del grande tenore napoletano che soggiornò in quella stanza nell’estate 1921, qualche settimana prima di morire dopo una lunga malattia. È qui che si verifica l’appuntamento con la storia. Dalla trova l’ispirazione giusta per comporre uno dei più grandi capolavori della musica italiana contemporanea, omaggiando l’immortale tenore napoletano e arrivando a terminare quel disco che cambia nome e diventa DallAmeriCaruso, l’album più famoso di Dalla, un classico assoluto della canzone internazionale, capace di vendere, in varie lingue, più di 38 milioni di copie.

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Walter Veltroni parte dalla fine, da quel momento magico in cui si sviluppa la genesi dell’ultimo brano da inserire come prima traccia di un disco già fatto e finito. Nasce tutto dalle favole, ce lo dice chiaramente Angela Baraldi, o “Paolina” (così la chiamava Lucio) che era lì con lui nella suite 448 dell’Hotel Vittoria mentre il cantautore bolognese suonava sul pianoforte le prime note di quel pezzo destinato ad entrare nella storia della musica italiana. Da una favola, si diceva, o se preferite da una leggenda, secondo cui il grande Tenore, malato e alla fine della sua vita, in quell’hotel di Sorrento si era innamorato di una giovane cui insegnava musica, nasce l’inedito Caruso.

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“Ricordati Paolina che per fare cose belle non bisogna soffrire.”

È da quella spensieratezza creativa, libera di poter raccontare una storia inventata, sublimandone il significato per renderla a tutti gli effetti opera d’arte, che si costruiscono le premesse fondamentali per leggere, ascoltare e vivere la musica di Lucio Dalla, e, in particolare, il live al Village Gate di New York del 23 marzo 1986, di cui Veltroni recupera e ci restituisce una versione integrale restaurata in 4K e rimasterizzata in Dolby Atmos. Così, un documento audiovisivo importante, ritrovato fortuitamente da un rigattiere, può superare l’oblio della storia, e tornare a vivere per qualche giorno nell’immanenza della vita. Ma è soprattutto l’occasione per un’esperienza collettiva da vivere in sala, un film-concerto che racconta un evento irripetibile, in questo caso quasi perduto, ma che il cinema ci riconsegna intatto alla prova del tempo.

Regia: Walter Veltroni
Distribuzione: Nexo Digital
Durata: 116′
Origine: Italia, 2023

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