"Disaster Movie", di Jason Friedberg e Aaron Seltzer

disaster movieTutto è cominciato con una defecazione esorcizzante, tanto tempo fa… Oggi il dissacrato è un non violento, non infrange propriamente le regole. Per assurdo, potremmo considerarla una dichiarazione d’amore? Se quel senso di tristezza, perdita, inutilità e addirittura violenza, può segnare la fine di questa storia d’amore per la parodia “spinta”, allora riemerge, da quella stessa presunta fine, una creatura sempre più parassita, che ci piace in fondo rivedere nella stessa fiaba, raccontata ogni notte prima di addormentarci

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disaster movieL’incipit della saga ormai interminabile, che ogni anno prende di mira i film di maggiore successo della stagione, è memorabile e per certi versi premonitore. In uno spazio angusto, in un piano strettissimo, si sente imprecare un prete che incita qualcosa o qualcuno di liberarlo da un tremendo demonio. Si scopre dopo qualche secondo che ci trova in un bagno e il ronzio frenetico e sempre più rumoroso di uno sciame di mosche contro la finestra opaca, demolisce il mito esorcista, riducendolo in un “volgare” e geniale espletamento. Trattasi del primo Scary Movie, quello in cui i due registi facevano parte del gruppo di sceneggiatori, al fianco degli autori-ideatori David e Jerry Zucker. Ma quel cinema demenziale, che trae origine dai ancora più lontani Airplane, Top Secret, Naked Gun, aveva nel suo richiamo il perfetto dosaggio di spazio e tempo: i nostri occhi frenetici cercavano e in ritardo scoprivano il segreto della parodia. Oggi il demonio sembra invece essersi impossessato di Friedberg e Seltzer, ossessionati da un pensiero, quello di smontare il cinema e lasciarlo agonizzare in ogni sua parte ormai inesorabilmente scomposta dall’unico corpo desiderabile, il sogno. Non manca nessuno: Cloverfield, Batman, L’ incredibile Hulk, Iron Man, Come d’incanto, Hancock, Juno, Una notte al museo, Kung-fu Panda, Sex and the City, Beowolf, Hellboy, Non è un paese per vecchi, Indiana Jones, High School Musical, Jessica Simpson, Michael Jackson, Justine Timberlake, Amy Winehouse… Tutto quanto si srotola senza mai avere la sensazione che la sorpresa (dietro l’angolo) non risieda nel finale di una sequenza, bensì nel succedersi di tappe e di deviazioni che di volta in volta costituiscono il “novum” della visione cinematografica. All’interno della gabbia del genere parodistico, gli autori si muovono zigzagando tra incertezze e forzature e non tra consolidamento e innovazione; si muovono ancora tra norma e non violazione, tra applicazione e non infrazione delle regole. Il desiderio di narrazione è surclassato completamente dalle citazioni ironiche: l’impressione è quella di un “autoremake” di chi ha già guardato. È come se i registi non potessero che rimettere in scena sempre la loro medesima storia: è l’ossessione dell’autorifarsi a girare, analogamente alla tentazione di andare a ripescare “dietro di sé” il futuro materiale narrativo. Riportare in vita e far desiderare l’originale, è questo il paradossale rischio di questa paradia cinematografica, rabberciata, accomodata e mai libera opera nuova. Per assurdo, potremmo considerarla una dichiarazione d’amore? Se quel senso di tristezza, perdita, inutilità e addirittura violenza, può segnare la fine di questa storia d’amore per la parodia “spinta”, allora riemerge, da quella stessa presunta fine, una creatura sempre più parassita, che ci piace in fondo rivedere nella stessa fiaba, raccontata ogni notte prima di addormentarci. Ma questa fiaba sa tanto ora di cinema di “seconda mano”, per così dire in una seconda visione distorta e disarticolata, che da un lato si nutre della memoria, dall’altro tende a succhiare il desiderio spasmodico dell’originalità, a contenere senza ritegno, partendo da un "pretesto" ogni tipo di rievocazione cinematografica e non, dei nostri giorni. Cinema che sembra ormai aver imboccato  quel sentiero in cui le immagini vengono meno, sembrano sfaldarsi, incrinarsi e non saper più cogliere frammenti e schegge di immaginario, spazio di mezzo su cui desideriamo ripassare, sorvolare. 
 
 
Titolo originale: id.
Regia: Jason Friedberg, Aaron Seltzer
Interpreti: Matt Lanter, Vanessa Minnillo, Gary "G-Thang" Johnson, Nicole Parker, Crista Flanagan, Kim Kardashian, Ike Barinholtz, Carmen Electra
Distribuzione: Eagle Pictures
Durata: 90’
Origine: USA, 2008
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