DVD – Angeli d'acciaio, di Katja Von Garnier

Angeli d'acciaioGli angeli dalle mascelle d'acciaio, serrate nello sciopero della fame, sono le attiviste che ai principi del 1900 condussero una lunga e dura lotta per ottenere il suffragio elettorale femminile. Katja Von Garnier racconta i loro sforzi, ma li seppellisce in una collezione di immagini stereotipate.
Per Warner Home Video.
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Angeli d'acciaioTitolo originale
: Iron Jawed Angels
Anno: 1994
Durata: 123’
Distribuzione: Warner Home Video
Interpreti: Angelica Huston, Brooke Smith, Frances O'Connor, Hilary Swank, Julia Ormond, Lois Smith, Molly Parker, Vera Farmiga, Patrick Dempsey
Regia: Katja Von Garnier
Formato DVD/video: 16:9 – 1,78:1
Regione: PAL Regione 2
Audio: Italiano 2.0, Inglese 5.1,Tedesco 2.0, Spagnolo 2.0
Sottotitoli: Inglese, Italiano, Tedesco,Spagnolo, Portoghese, Italiano per
non udenti, Inglese per non udenti, Tedesco per non udenti
Extra: Commento audio della regista Katja Von Garnier e della
sceneggiatrice Sally Robinson

 

 

 

 

IL FILM
 
Gli angeli dalle mascelle d'acciaio, serrate nello sciopero della fame, sono le attiviste che ai principi del 1900 seguirono la dura lotta per ottenere il diritto di voto, guidata dalla giovane americana Alicia Paul e culminata con l'approvazione del 19°emendamento soltanto nel 1920, a prezzo di enormi energie, infiniti atti dimostrativi e di soprusi e umiliazioni durante un'ingiustificata e dolorosa permanenza in prigione. La regista tedesca Katja Von Garnier vuole raccontare gli sforzi delle suffragiste, in particolare delle fondatrici del Partito delle Donne, organismo indipendente boicottato dalle stesse femministe del tempo, ma lascia presto scivolare la sequela di volti interessanti e di interpretazioni intense a sua disposizione – Hilary Swank, Molly Parker, Vera Farmiga, Julia Ormond, Anjelica Huston – nonchè la tematica incendiaria della rivendicazione dei propri diritti – in una successione di portate che rendono assai misero il banchetto, nel quale perfino
l'avvicinarsi a grandi passi del conflitto mondiale viene digerito come un semplice pretesto a uso e consumo della trama. Non è assolutamente la sua natura “televisiva” a renderlo irritante: la Hbo, che lo ha prodotto, ha dimostrato spesso, per fare un solo nome con ben altri angeli – quelli della Miniserie Angels in America – di poter offrire sostanza e poesia anche in un prodotto pensato per il piccolo schermo. Nel film viene fin troppo sottolineato, con una serie di quadretti canonici, il contrasto tra la freschezza e l'impulsività della nuova generazione di pasionarie rispetto a quella precedente: dai motti di spirito e le sigarette fumate con ostentazione dalle due giovani amiche ribelli (Hilary Swank e Frances O'Connor), imbevute dei principi sovversivi appresi in Inghilterra, che rivendicano distrattamente una possibilità di sensualità nel rigore del manifesto politico, fino ai sopraccigli aggrottati da istitutrice e ai rigidi costumi di scena delle distinte e mondane signore di un femminismo moderato ancora incline al compromesso con l'alta politica maschile (Anjelica Huston, convenientemente arcigna, e Lois Smith). Con la stessa assenza di sfumature sono disegnate le altre combattenti: la timida e dolce moglie del senatore, casalinga repressa ante litteram (Molly Parker), l'operaia indurita dalla vita ma dal cuore d'oro (Vera Farmiga) e così via. Alicia e LucyLa difficoltà ad abbandonarsi con un minimo di trasporto alle emozioni delle protagoniste va cercata in una scelta stilistica esasperante che parte certamente dall'onesto proposito di avvicinare anche un pubblico molto giovane o disinformato alla questione dell'attivismo suffragista, ma finisce per banalizzare i momenti salienti introducendoli e chiudendoli puntualmente con tutto un campionario di strategie ben note: accelerazioni e rallentamenti della mdp, dettagli improvvisamente a fuoco, manovre enfatiche che aprono e chiudono diligentemente – senza possibilità di errore – quelle che dovrebbero essere di volta in volta sequenze commoventi, o divertenti, o drammatiche – il che diventa quasi un ottuso dispetto nei confronti di un tale che vorrebbe magari soffermarsi, e perdersi, sul filo di una tensione interiore, su un'immagine che non necessita di nient'altro che se stessa – una colonna sonora che, volutamente distante anni luce dall'epoca, vorrebbe ammiccare all'attualità universale di un problema storico, ma storico – ma suona intrusiva a un passo dalla caricatura, commentando con compiacimento e insistenza davvero ingiustificata tutte le eclatanti azioni di ribellione delle dimostranti con un celebre brano fusion da club esclusivo con piante plastificate, per poi saltare con disinvoltura alla Gymnopedie No. 1 di Erik Satie (il tema del divino Fuoco Fatuo di Louis Malle! Una sua versione apre Violent Cop! Scusa, Malle! Perdonala, Kitano!) utilizzata senza nessuna scusante quale semplice sottofondo di un dialogo al cinema. Valgano come esempi definitivi la decisione di commentare il drammatico evento del 13 Marzo 1913, la coraggiosa parata dimostrativa di Washington D.C., con un moderno soul/pop da classifica, ottenendo il risultato di sfigurarla brutalmente in una sorta di colorata marcia dell'orgoglio femminista che non sfigurerebbe nello spot di un detersivo per donne emancipate, ma soprattutto la scena in cui si suggerisce l'ortodosso autoerotismo in vasca da bagno dell'eroina Alicia, che ovviamente ha già scelto di dedicarsi per sempre esclusivamente alla sua causa e di rinunciare in anticipo all'amore, ma non può fare a meno di abbandonarsi al ricordo di un romantico pic-nic con un giornalista-gentiluomo (Patrick Dempsey): il tutto, corredato da musica epica con tanto di assolo di chitarra,fa davvero rabbrividire per la sua ovvietà, a maggior ragione perchè filmato da una donna (impegnata): rimpiangiamo per sempre l'unicità di uno sguardo come ad esempio quello Lynchiano che regala alla Diane Selwyn di Mulholland Drive una masturbazione dolorosa, realistica e struggente. In verità anche le figure maschili sono sottoposte a semplificazione: che siano presidenti, senatori e mariti, giornalisti o carcerieri, che ostacolino o appoggino la protesta delle suffragiste. Il film vira bruscamente verso il dramma con la morte piuttosto pretestuosa, benchè ispirata alla realtà dei fatti, della bellissima e ardita Inez (Julia Ormond) guerriera alata a cavallo, simbolo della contestazione, morte che finisce per essere ridotta anch’essa a mero pretesto della storia per raccontare lo sconforto che assale le protagoniste, specialmente Alicia, di fronte agli scarsi esiti della loro azione. Altrettanto superficialmente viene descritto il prevedibile slancio successivo: condurre la battaglia fino alla fine, anche in nome della martire che si è immolata per tutte le sorelle.. forse soltanto nelle scene ambientate in prigione, pur con tutti i cliché del caso (il canto delle donne che si leva in mensa per trovare il coraggio di affrontare lo sciopero della fame, la burbera kapò che si impietosisce dopo qualche giorno a causa di una improvvisa illuminazione sulla "sorellanza") la regista mostra con schiettezza le sue intenzioni di partenza – denunciare le vere e proprie torture alle quali furono sottoposte le attiviste soltanto per scoraggiare un pacifico, ostinato e coraggioso presidio di fronte ai cancelli della Casa Bianca – ma in chiusura, non paga di tante situazioni stereotipate, lascia che si affacci ancora uno spot, tutto sorrisi luminosi e sguardi verso il cielo e braccia verso la libertà, che sprofonda nella retorica tutta l'operazione (lo spot di una carta di credito, meglio ancora: di una crociera, benchè l'avventura femminista per il diritto di voto non sia stata proprio un viaggio di piacere).

 InezIL DVD

Ottima la qualità video, formato corretto (1.78:1 Widescreen anamorfico) , così come l’audio (eccellente la traccia audio inglese in Dolby Digital 5.1) e la possibilità di scelta dei sottotitoli, presenti in cinque lingue e particolarmente curati anche nella versione per non udenti. Tra i contenuti speciali è da segnalare il commento audio della regista Katja Von Garnier e della sceneggiatrice Sally Robinson, che parlano in tono informale e spesso divertito di diversi aspetti della realizzazione del film.

 

 

 

 

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