DVD – Boxer Rebellion, di Chang Cheh

Un sontuoso classico della Shaw Brothers, dove spiccano i legami affettivi e la riflessione d’autore sul senso dell’identità personale e nazionale. Per la prima volta in digitale da Shockproof

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Fra i più ambiziosi risultati della produzione Shaw Brothers, Boxer Rebellion vede in azione alcuni dei nomi più prestigiosi della factory cinese, a iniziare dal prolifico regista Chang Cheh, che, stanco delle continue avventure legate al tempio Shaolin in voga all’epoca, si gettò con entusiasmo in questo nuovo progetto, forte del budget più alto mai impiegato nell’ex colonia inglese. Accanto all’autore ritroviamo il divo Alexander Fu Sheng e il coreografo Liu Chia-liang, sebbene, proprio in ossequio alla natura innovatrice del progetto, la componente marziale non spicchi quale elemento principale della narrazione. A far da sfondo agli eventi è infatti la ribellione dei Boxer, fatto storico occorso durante il regno dell’imperatrice Cixi della dinastia Qing (a cavallo fra Ottocento e Novecento), dove masse di contadini e allievi di varie scuole di arti marziali contrastarono con atti violenti l’avanzata degli insediamenti stranieri nella madrepatria (giapponesi, americani e europei), salvo poi subire una dura ritorsione dall’alleanza delle otto nazioni. La vicenda è osservata dal punto di vista di tre fratelli, che impersonano la consueta varietà di caratteri dell’avventura: il forte (Chi Kuan-Chun), il distaccato (Leung Kar-Yan) e lo scavezzacollo (Alexander Fu Sheng). Insieme i tre si uniscono ai Boxer, salvo poi rendersi conto che i confini tra giusto e sbagliato non sono così netti come apparivano in principio.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Chang utilizza infatti il pretesto storico per una messinscena sontuosa e a tratti ai limiti del calligrafismo, allo scopo di riprodurre un’idea di mascheramento della realtà: dall’imperatrice che segue assiduamente gli spettacoli operistici, al capo dei Boxer che promette truffaldinamente ai suoi seguaci l’invulnerabilità come arma da usare contro i nemici, mandandoli al massacro per puro opportunismo politico, il film scava un solco netto fra la natura fattuale dei fatti e la loro rappresentazione. Sebbene la storia sembri in larga parte concordare con le istanze nazionaliste dei ribelli, emergono perciò percorsi trasversali che dicono di una certa disillusione umana e morale. L’unica speranza è data dai personaggi fuori dagli schemi, quali appunto i tre fratelli abili lottatori e coraggiosi combattenti, o la maestra Cai, che ha studiato in Germania e può in questo modo mediare con le istanze repressive del feldmaresciallo tedesco Alfred von Waldersee, capo della coalizione alleata.

Da sempre attento alle dinamiche del melodramma, Chang si focalizza sui legami affettivi, come quello parentale che unisce i tre protagonisti o la storia d’amore che collega i passati di Cai e Waldersee. Lo spettacolo tenta in tal modo di unire alla forza delle scene di massa e dei combattimenti marziali una riflessione più profonda sul senso dell’identità personale e nazionale e sul confronto fra la Cina e il resto del mondo, anticipando le istanze che esploderanno con Tsui Hark e la saga di Once Upon a Time in China (che sembra porsi proprio in posizione dialettica con la pellicola di Chang).

Per una curiosa strategia distributiva, che sembra giovarsi proprio della critica al concetto di identità nazionale portata avanti dalla storia, l’edizione italiana d’epoca di Boxer Rebellion metteva maggiormente in evidenza la natura “occidentale” del film. Lo si poteva notare tanto dalla locandina con Richard Harrison/Waldersee in primo piano, quanto dai titoli di testa in cui non solo è sempre Harrison ad avere il primo nome, ma tutto il cast tecnico è occidentalizzato. L’edizione DVD di Shockproof tenta quindi di restituire entrambe le identità del film: la versione è quella integrale, restaurata nel 2005 in HD da Celestial Pictures e visibile nel nostro paese per la prima volta – la pellicola ebbe parecchie grane con la censura e Chang non riuscì mai a vedere distribuita la propria versione, cui è stata resa giustizia solo dopo la sua morte – con sottotitoli fedeli all’originale. Sono comunque presenti tanto il doppiaggio italiano d’epoca, quanto i titoli dell’edizione nostrana negli extra e la cover del DVD riproduce la locandina con Harrison. Un’edizione per questo essenziale, ma preziosa e completa, per riassaporare un classico. Da accostare idealmente ai titoli editati in passato da Avo Film per comporre sul proprio scaffale casalingo un piccolo ma significativo mosaico della grande produzione Shaw Brothers.

 

Titolo originale: Ba guo lian jun
Regia: Chang Cheh
Interpreti: Fu Sheng, Qi Guanjun, Wang Longwei, Richard Harrison, Li Lihua
Distribuzione dvd: Shockproof
Durata: 137′
Origine: Hong Kong/Taiwan 1976
Genere: azione/avventura

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

Sending
Il voto dei lettori
4 (1 voto)
--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array