DVD – Freeman L'Agente di Harlem, di Ivan Dixon

Storia della lotta armata di un militante nero contro l'oppressione razziale. Ivan Dixon e Sam Greenlee realizzano con Freeman un piccolo grande film, che ha lasciato un forte segno nella storia della cinematografia nera. Edita NoShame.

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Titolo originale: The Spook Who Sat by the Door
Regia: Ivan Dixon
Sceneggiatura: Melvin Clay, Sam Greenlee (autore dell'omonimo romanzo)
Fotografia: Michel Hugo
Montaggio: Michael Kahn
Musiche: Herbie Hancock
Produzione: Ivan Dixon, Sam Greenlee
Interpreti: Lawrence Cook, Jack Aaron, Elaine, Aiken, Tom Alderman, Kathy Berk, Don Blakely.
Durata: 102’ 
Origine: USA, 1973
Distribuzione video: NoShame, MHE
Formato video: 1.85:1 
Audio: inglese Dolby Digital 2.0 Mono, italiano Dolby Digital 2.0 Mono
Sottotitoli: italiano

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IL FILM
Blaxploitation è una parola ambigua. Semmai “Black Power”. E non a caso la scritta “Black Power” campeggia sul muro durante una scena. Quasi a siglare il referente autentico del film di Ivan Dixon e Sam Greenlee, autore già del romanzo: naturalmente Martin Luther King assassinato qualche anno prima dell'uscita del film. Il titolo italiano è pazzesco. Ci chiediamo, infatti, da dove arrivi questa seconda parte del titolo…”l'agente di Harlem”… tutti i neri stanno ad Harlem? Harlem simboleggia un po' tutti i ghetti neri delle metropoli?. Il titolo originale è “The Spook Who Sat by the Door”. La parola “spook” è usata come vocabolo denigratorio verso le etnie. La breve storia del genere black exploitation per un decennio, gli anni settanta, può essere compresa proprio alla luce di questa spaccatura, tra prodotti realizzati da neri per neri, che erano pura passione ideologica come questo Freeman e dall'altra parte prodotti che piacevano ai bianchi e purtroppo offrivano i più triti stereotipi sulla razza nera, come quella del maschio superstallone dotato. Più divertente, ma non tanto, l'immagine femminile spesso legata ad una figura di prostituta. Freeman si lascia vedere, pur nella sua ingenuità di messa in scena, che passa da bellissime inquadrature contreplongée a sbrigative inquadrature in campo lungo che si gustano appena, mentre al montaggio c'è addirittura Michael Kahn, che lavorerà in futuro con Spielberg. Come action movie, Freeman è penalizzato dalla scarsità di mezzi, comunque l'atletismo degli attori militanti si vede e le loro performance lasciano il segno. Le operazioni rivoluzionarie accettano in pieno lo strumento della violenza. Se trent'anni fa il film poteva essere vietato pg (“parental guidance”), oggi si preferisce farlo sparire. Il concetto di terrorista potrebbe turbare le giovani menti. Musiche all'altezza del grande Herbie Hancock.

 
Il DVD
Eccellente edizione della NoShame. Iniziamo col segnalare che il film è stato restaurato, anche perché ormai “avanti con gli anni”. È nota a tutti, infatti, che la condizione delle opere cinematografiche di oltre vent'anni è precaria. O si procede con un intervento repentino oppure si rischia la perdita di molte copie, visto che proprio quelle commerciali spesso sono dimenticate dalle cineteche o comunque escluse dai restauri perché considerate “minori”. Per fortuna l'epoca del dvd ha spinto in avanti le operazioni di recupero di tutta quanta la memoria cinematografica. Questo presupposto è importante per comprendere appieno il lavoro che si fa nelle produzioni di benemerite etichette dvd, laddove non si scelgono film a caso, ma si valutano le qualità artistiche e storiche di un dato film, come appunto Freeman l'agente di Harlem, nell'ambito della produzione da parte di autori di colore. Il dvd presenta una buona qualità audio video, pregiudicata dai limiti dell'originale, e sono le riprese in campo lungo che ne soffrono di più. I colori sono esuberanti, ma questo ci può stare. La grafica dei menu, in perfetto stile psichedelico, è affascinante. Per quanto riguarda i contenuti speciali, oltre alla gradevole presenza di una ricca galleria fotografica con scatti dal set e a due trailer, cinematografico e televisivo, troviamo due preziose interviste. La prima, intitolata “Faccia a faccia” è all'autore principale del film, ovvero Sam Greenlee, che parla del film, non solo in quel contesto storico, di euforia rivoluzionaria, ma come documento importante per continuare a riflettere sull'oppressione delle razze e soprattutto di quella nera da parte dei bianchi. Il secondo, ”L'eredità di Freeman” è all'attore Robert Townsend: la visione di Townsend è in perfetta sintonia con Greenlee, vale a dire è assolutamente d'accordo sulla necessità di continuare ad opporsi a qualunque forma di assoggettamento da parte dei poteri forti, ancora protetti e garantiti dai bianchi.

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