DVD – "La Captive" di Chantal Akerman

Nell'incomunicabilità senza speranza proposta da “La Captive”, Chantal Akerman sembra tracciare il requiem definitivo dell'idealismo di matrice intellettualistica e, più in generale, di ogni sovrastruttura culturale in ambito sentimentale. Distribuito dalla Millennium Storm

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Titolo originale: id.

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Anno: 2000


Durata: 113'


Distribuzione: Millennium Storm


Genere: Drammatico


Cast: Stanislas Merhar, Sylvie Testud, Olivia Bonamy, Liliane Rovere


Regia: Chantal Akerman


Formato DVD/video: 1.85:1 anamorfico


Audio: Italiano (DD 5.1), Italiano (DD 2.0), Francese (DD 2.0)


Sottotitoli: Italiano


Extra:

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Il Film


Tratto da 'La Prigioniera' di Marcel Proust, La Captive è un amaro teorema sul possesso amoroso e allo stesso tempo un film di fantasmi, amanti defunti impossibilitati ad avere un contatto che non sia già macchiato dalla virtualità. Simon è innamorato di Ariane, con cui condivide un ampio appartamento parigino. Il suo è però un amore ossessivo e perdutamente mentale. La interroga incessantemente, la segue ovunque, stabilisce rapporti con le persone da lei frequentate al fine di comprendere e raggiungere un'intimità e una conoscenza totale della donna.


Sconfitto dall'ossessione morbosa per il controllo e lontano dall'appagamento erotico, Simon insegue un'idea di amore assoluto e totalizzante che si fa febbrile anelito al meccanismo perfetto e inamimato. Non a caso nella prima sequenza del film lo vediamo sì adorare perdutamente Ariane, ma solo attraverso un filmato amatoriale. In quello che è il primo e unico momento di pura estasi che la regista belga concede al giovane protagonista. Un'immagine da adorare, impalpabile, distaccata, mentale appunto. Un'immagine che l'uomo insegue dall'inizio alla fine, senza poterla mai afferrare. Ariane è infatti un corpo-oggetto né sensuale né luminoso, un volto ipnotizzato in una passività che è la risultante finale di una idealizzazione patologicamente inseguita.  La Akerman filma in modo impietoso questa ricerca vana. La sua personalissima visione dello 'scacco' maschile viene tradotta in lunghissimi piani sequenza che non hanno tanto la funzione di filmare il tempo, quanto quella di radiografare geometricamente un distacco involuto e perenne. Come la statua neoclassica che i protagonisti contemplano a un certo punto del film, è solo attraverso una visione creata o catturata su pellicola che la bellezza riesce a farsi miraggio appagante. E nell'incomunicabilità senza speranza proposta da La Captive, Chantal Akerman sembra tracciare il requiem definitivo dell'idealismo di matrice intellettualistica e, più in generale, di ogni sovrastruttura culturale in ambito sentimentale. 

Il Dvd


Lascia quantomeno perplessi la totale mancanza di extra in questo prodotto distribuito dalla Millennium Storm. Chantal Ackerman è regista che meritava un'attenzione decisamente maggiore. Autrice belga non troppo conosciuta in Italia, è sempre stata interessata a un cinema estremo e sperimentale. Nel 1996 la sua opera segna una svolta 'commerciale' con A Couch in New York (Un divano a New York) commedia ricca di interpreti riconosciuti in ambito internazionale quali William Hurt e Juliette Binoche. La Captive è il suo film immediatamente successivo, segna il suo ritorno in Europa e torna ad abbracciare una sensibilità più personale. Almeno un profilo dedicato alla cineasta era quindi consigliabile, per quanto non sia certo una novità la povertà di extra nelle distribuzioni home video dei film europei. Una mancanza a cui il mercato dovrebbe cercare di porre rimedio al più presto possibile. Al contrario, da un punto di vista tecnico, si fa apprezzare sia la qualità audio che quella video nel formato 1.85:1.

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