George Clooney torna dietro alla macchina da presa dopo appena tre anni da Il bar delle grandi speranze, confermando una certa costanza quantomeno da un punto di vista quantitativo (sono 9 i film da regista in poco più di vent’anni di carriera). Erano ragazzi in barca palesa però anche come, dopo qualche opera interessante, a partire dall’esordio Confessioni di una mente pericolosa, Clooney sembri aver intrapreso una parabola discendente, un percorso d’involuzione che di film in film sembra accentuarsi sempre più.

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Erano ragazzi in barca racconta l’impresa compiuta nel 1936 dalla squadra di canottaggio di riserva dell’Università di Washington che, in maniera del tutto impronosticabile, vinse le Olimpiadi a Berlino. In particolar modo viene raccontata la vicenda di Joe Rantz (interpretato da Callum Turner) che, orfano di madre e abbandonato dal padre, costretto a vivere in estrema povertà negli Stati Uniti della Grande depressione, si riscatta proprio grazie a tale impresa sportiva.

Ancora una volta Clooney guarda quindi alla storia americana, in questo caso adattando The Boys in the Boat di Daniel James Brown, in una sorta di suo personale Momenti di gloria (il parallelismo è inevitabile, così come è impossibile sottrarre il lungometraggio dal paragone). Non sembra però esserci alcun tipo di riattualizzazione o di messa in discussione della storia stessa e lo sguardo rivolto al passato non crea alcun rapporto con il presente, anzi sembra quasi una semplice distrazione, una resa filmica del banale modo di dire “tutto sommato, si stava meglio quando si stava peggio”, in cui un passato tanto lontano viene idealizzato attraverso un episodio di realizzazione del fantomatico sogno americano.

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Erano ragazzi in barca risulta inoltre piuttosto debole nei momenti in cui la narrazione dovrebbe raggiungere un culmine, ovvero nelle sequenze dedicate allo sport in sé, dagli allenamenti alle gare, al contrario di quanto invece accadeva nel già citato film di Hugh Hudson del 1981, non riuscendo mai quindi a trasmettere allo spettatore l’adrenalina che dovrebbe spingerlo a fare il tifo per i protagonisti. Emblematica in tal senso l’impossibilità di ricordarsi anche solo di tre dei nove membri della squadra, che è di fatto lasciata totalmente in secondo piano, nonostante l’allenatore Al Ulbrickson (interpretato da uno svogliato Joel Edgerton) ribadisca costantemente l’importanza di essere gruppo più che individui.

Continuamente suggerita ma mai davvero messa sul tavolo è anche la tematica della lotta di classe (spesso inscindibile dal genere sportivo), che vorrebbe i ragazzi dell’Università di Washington sfavoriti dalle istituzioni, ma supportati dal popolo e simbolo della working class che si riscatta, che viene tuttavia inquadrata solo come un piccolo gruppo di persone attorno ad una radio, senza che quindi se ne possa tastare effettivamente una qualche consistenza.

Titolo originale: The Boys in the Boat
Regia: George Clooney
Interpreti: Callum Turner, Joel Edgerton, Peter Guinness, Jack Mulhern, James Wolk, Hadley Robinson, Courtney Henggeler, Chris Diamantopoulos, Sam Strike, Alec Newman
Distribuzione: Prime Video
Durata: 125′
Origine: USA, 2023

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