Festival dei Popoli 63, il programma

Al centro dell’edizione 2022 i temi del cambiamento climatico, le ferite storiche non rimarginate e il ruolo della donna. Ospiti d’onore i Dardenne. Dal 5 al 13 novembre

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La 63ma edizione del Festival dei Popoli di Firenze si svolgerà dal 5 al 13 novembre. Anche quest’anno sarà presentato il meglio del cinema documentario mondiale in un programma ricco, accompagnato da numerosi ospiti internazionali e nazionali. L’insieme del programma consta in 100 documentari divisi in differenti sezioni.

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Indubbiamente spicca la retrospettiva dedicata ai fratelli Dardenne. In questo passaggio ci sarà la proiezione di Tori e Lokita, in prima nazionale. Il film dei due registi belgi, presentato in concorso al 75° Festival di Cannes, racconta le vicende di un giovane e di un’adolescente immigrati dall’Africa. L’unica arma contro le difficili condizioni di vita che si trovano ad affrontare è la loro solida amicizia.

Jean-Pierre e Luc Dardenne

Sulla stessa falsariga il festival propone un focus su registi d’avanguardia come Lucien Castaing-Taylor e Véréna Paravel e, pertanto, sarà riproposto Leviathan, a dieci anni dalla prima presentazione e il loro nuovo e attesissimo film De Humani Corporis Fabrica. Un ulteriore omaggio sarà offerto al cineasta belga Pierre-Yves Vandeweerd, autore di film visionari su zone di guerre, come Inneres lines e The Eternals.

Nella sezione Let The Music Play! ci sarà spazio per i documentari a tema musicale. È atteso il lavoro di Kathryn Ferguson, Nothing Compares, nel quale si rivisita la parabola artistica della cantautrice irlandese Sinead O’Connor, intransigente sul piano politico e vessata dai media. Il regista Alain Gomis, invece, riproporrà nel documentario, Rewind & Play, la vita di uno dei padri del jazz moderno Thelonious Monk, mentre Gabriel Azorin presenterà in Il rumore dell’universo la dimensione onirica tra pubblico e privato del cantautore Giovanni Truppi.

Nella sezione Doc Highlights torneranno le firme d’autore e i lavori speciali. Il regista cileno Patricio Guzmán ritornerà, con il suo Mi País Imaginario, all’emozionante racconto delle proteste a Santiago de Cile nell’ottobre 2019 per una maggiore democrazia e una nuova costituzione, mentre, Thomas von Steinaecker presenterà il suo documentario, Werner Herzog: Radical Dreamer, omaggio al grande maestro tedesco attraverso filmati d’archivio e pareri dei suoi celebri collaboratori. Il documentario di Stefano Collizzolli e Daniele Gaglianone Se fate i bravi, invece, ritorna ai fatti di Genova del 2001.

Werner Herzog

In questa stessa sezione, il regista Samuele Rossi presenta Margherita. La voce delle stelle, omaggio alla grande scienziata Margherita Hack, prima donna in Italia a dirigere un Osservatorio Astronomico. Tra i lavori italiani spicca il documentario di Federico Micali, Le chiavi di una storia – La comunità dell’Isolotto, che racconta la storia e la vita, la resilienza che origina dalle contestazioni del ‘68, dello storico quartiere di Firenze. Il discorso politico e di resistenza torna con il documentario di Jason Loftus, Eternal Spring. Un film di animazione, candidato all’Oscar dal Canada, che ricostruisce un evento che scosse la Cina nel marzo 2002, la violazione del segnale della tv pubblica da parte dei membri del gruppo spirituale segreto Falun Gong. Il film ripropone gli eventi attraverso la vita e la storia dei protagonisti e i loro ideali politici, e lo fa con le animazioni basate sui disegni del fumettista Daxiong (Justice League, Star Wars), un praticante del Falun Gong.

La sezione Habitat e la sezione Popoli for Kids and Teens, ormai appuntamenti abituali del festival, continuano a affrontare tematiche delicate: l’emergenza climatica e l’evoluzione tecnologica da un lato, il rapporto tra generazioni dall’altro.

Nella sezione Diamonds Are Forever sarà analizzata l’evoluzione della figura della donna nella società, con un occhio rivolto alla storia e, in questo contesto, sarà presentato il documentario di Annie Ernaux, Premio Nobel per la letteratura 2022, The Super-8 Years, dove la regista ripercorre i ricordi familiari nel contesto attuale. Infine, la sezione Doc at Work – Future Campus vedrà concorrere registe e registi provenienti da scuole di contesti geografici, linguistici e culturali diversi nello spirito di condivisione cinematografica e tolleranza nella diversità.

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