FESTIVAL DI ROMA 2014 – Lo straordinario viaggio di Jean-Pierre Jeunet

Il cineasta francese si è raccontato nel corso di una masterclass a Casa Alice. Ha ripercorso la sua carriera dagli esordi: l'incontro con Marc Caro, l'esperienza statunitense, il grande successo di Il favoloso mondo di Amelie e il film mai fatto (Vita di Pi). Ha poi attaccato direttamente il produttore Harvey Weinstein, responsabile del suo mancato Oscar

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Jean-Pierre Jeunet, che ha presentato al Festival di Roma nella sezione Gala Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet in 3D, si è raccontato nel corso di una masterclass allo Spazio Alice moderata dalla giornalista e critica Anna Maria Pasetti. Nel corso dell'incontro, il cineasta francese, ha parlato anche del suo ultimo film, ma ha ripercorso tutte le tappe fondamentali della sua carriera. E' stato definito un grande sognatore. Il suo grande successo, e uno dei più grandi del cinema francese, è stato Il favoloso mondo di Amelie: 40 milioni di euro incassati nel proprio paese, il quinto film più visto negli Stati Uniti. 

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Gli inizi

Ho cominciato a fare cinema ancora prima di vederlo, quando avevo 9 anni. Ho iniziato quindi da autodidatta ed è importante anche fare degli errori così questi vengono incamerati nel cervello e dopo non si fanno più. Sono partito dal cinema d'animazione che ho scoperto durante i festival. Potevo fare i film anche in cucina così come aveva fatto anche Tim Burton. Poi ho incontrato Marc Caro, che si occupava di marionette e così abbiamo iniziato a girare i nostri primi cortometraggi già dalla fine degli anni '70. Successivamente abbiamo girato videoclip e poi anche della pubblicità dove abbiamo conosciuto un produttore. Comunque abbiamo dovuto aspettare oltre 10 anni prima di fare Delicatessen nel 1991

 

 

Essere regista e fare il regista

C'è una differenza tra essere regista e fare il regista. Oggi, con le nuove tecnologie, si può fare un film anche col telefonino. Ma per fare dei bei film servono soprattutto le idee. Il cinema è un misto di arte e tecnica. E non bisogna mai dimenticare il piacere del 'fare'. Bisogna verniciare, sverniciare e riverniciare. Picasso, per dipingere Guernica, ha fatto 150 schizzi.

 

 

Sogni e trasformazioni

L'elemento del sogno in La città perduta era uno degli elementi principali e ha senso in quanto metafora dell'immaginazione. A me mi ibnteressano particolarmente la fantasia e la creatività. La visione realista a me non piace, al contrario del cinema francese. Se devo vedere la realtà a questo punto guardo un documentario. Mi piace invece trasformare quello che vedo. Per questo alcuni dei miei riferimenti cinematografici agiscono su questa linea: Federico Fellini, Emir Kusturica, Tim Burton e David Lynch.

 

 

Gli Stati Uniti

Stavo già scrivendo Il favoloso mondo di Amelie quando mi è stato proposto di giirare Alien. La clonazione. Non pensavo inizialmente che questo progetto sarebbe andato in porto. E' stata un'esperienza interessante. e poi ero riuscito a mantenere dei buoni rapporti con gli studios, che si fidavano di me. Al 95% ho potuto fare quello che volevo. Oggi questa libertà, in una produzione hollywoodiana, non sarebbe più possibile. 

Dieci anni fa ho detto di no alla proposta di girare un film della saga di Harry Potter. Era infatti già tutto pronto e io non dovevo fare nulla. In Francia, proprio per legge, il regista ha invece il final cut. 

 

 

Harvey Weinstein

Quest'ultimo mio film, Lo straordinario viaggio di T. S. Spivet, è stato comprato negli Stati Uniti da Harvey Weinstein. Ma lui ha la fama di rimontare i film a suo piacimento e io non glielo permetterò mai di farlo sul mio. Il suo motto è: "Viva la dittatura, abbasso la democrazia". E poi aggiunge che la democrazia va bene per i governi ma non per il cinema. Allora, a questo punto penso che il film possa passare anche direttamente su Netflix. 

Weinstein voleva tagliare Delicatessen nella versione americana nelle scene che poi si erano rivelate quelle più divertenti. Allora gli ho detto: "Ho anche un'altra idea: taglia il mio nome e quello di Caro nei titoli". Il favoloso mondo di Amelie, per fortuna, non ha osato modificarlo. Però per colpa sua non abbiamo vinto l'Oscar. Avevo già in tasca la lettera di Spielberg che ci annunciava la vittoria. Però quell'anno la Miramax è stata boicottata dall'Academy proprio per come interviene pesantemente sui film. 

 

 

Il favoloso mondo di Amelie

Tutto quello che è accaduto a quel film è stato bellissimo. E' un po' come attraversare una città con tutti i semafori verdi. Uscì dopo l'attentato dell'11 settembre e il pubblico voleva vedere cose positive. Non credo che oggi avrebbe lo stesso successo. A Montmatre, vicino casa mia, c'è il bar frequentato da Amèlie. E oggi, a distanza di 12 anni, ci sono ancora turisti che vengono a fotografarlo. Un giorno avevo un appuntamento lì con Jodie Foster. Poi siamo usciti ad aspettare un taxi. Lì passava della gente che voleva fotografare il bar e a noi non ci ha riconosciuto.

 

 

Gli attori

Il momento più importante è il casting. E' fondamentale non sbagliarsi. E io stesso sono presente a tutti i provini, anche quelli dei personaggi secondari. Con Alien. La clonazione sono passati una ventina di attori importanti. Per loro è normale fare i provini. Un attore può essere anche bravissimo, ma non sempre è adatto per ogni ruolo. Dominique Pinon è presente in tutti i miei film. E mi sorprende ogni volta.

 

 

Una lunga domenica di passioni

Per me quel film è stata una grande occasione. Grazie al successo di Il favoloso mondo di Amelie, gli americani mi hanno permesso di girarlo in francese, con la mia sceneggiatura e con il final cut. Quando avevo capito che avevo tutte queste concessioni, volevo capire dove era la trappola. La Prima guerra mondiale, come argomento, mi ha sempre interessato fin da quando ero bambino. Sono convinto che, in una vita precedente, ero morto durante la Grande guerra

 

 

Vita di Pi

Lo dovevo girare io poi alla fine l'ha fatto Ang Lee. Avevo scritto due adattamenti della storia, poi ci ho lavorato altri sette anni. All'epoca comunque non saremmo stati in grado di girare le scene con la tigre. 

La nostra versione sarebbe costata 60 milioni di dollari mentre Ang Lee ne ha spesi 150 anche se il governo di Taiwan gliene ha pagati la metà. Vedendo alla fine il film, devo dire che la parte centrale è fantastica. L'inizio e la fine sono invece un copia e incolla del libro. Mi piacerebbe pubblicare il mio storyboard di quel film e, a questo proposito, ho scritto anche alla Fox ma non mi hanno mai risposto. 

 

 

Riferimenti cartoon

Per L'esplosivo piano di Bazil ho preso come riferimento la Pixar ma il vero riferimento è A Bug's Life.

 

3D

Oggi non si gira più naturalmente in 3D. Ci sono delle conversioni da 2D a 3D. Lo straordinario viaggio di T. S. Spivet l'ho concepito direttamente in 3D, ma penso che anche il libro era orientato su questa linea. Il 3D non va bene se le immagini scorrono troppo velocemente.

 

 

Kyle Catlett 

Non avevo pensato inizialmente a lui come protagonista di Lo straordinario viaggio di T. S. Spivet. Poi ci ho parlato su skype. Mi ha detto che sapeva piangere a comando, parlare cinque lingue ed è campione di arti marziali. Però con lui abbiamo avuto qualche problema perché doveva girare una serie tv che aveva la precedenza. Quindi c'è stato il caso che abbiamo girato delle scene senza di lui dove era presente il suo personaggio. Poi comunque Kyle voleva girare tutte le scene, compresa quella in cui cade dal treno

 

 

Giornalisti

Non mi piace parlare con loro. Hanno sempre quelle stesse 10 domande da farti. Ma io ogni volta gli do l'illusione che sono i primi a farmele. 

 

 

 

 

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