FESTIVAL – Locarno 54

Un festival “amichevole”perché facile da avvicinare e da frequentare, ma anche proiettato sulla ricerca di un cinema “nuovo” e tutto da scoprire

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Il 54esimo Festival Internazionale del Film di Locarno (2-12 agosto) riserva, come sempre, non poche sorprese, a partire dalla promessa di continuità che sembra mantenersi rispetto alle edizioni precedenti (quest’anno segna il debutto alla direzione artistica di Irene Bignardi dopo l’era Marco Müller).
Un festival “amichevole”, dunque, perché facile da avvicinare e da frequentare, ma anche proiettato sulla ricerca di un cinema “nuovo” e tutto da scoprire.
Invariate le sezioni nelle quali si suddivide il programma (che comprende complessivamente 101 film ad esclusione della retrospettiva e delle personali). Pregio del concorso è quello di offrire una panoramica ampia sulla produzione mondiale, con film dall’Africa (il senegalese “L’Afrance” di Alain Gomis), dal Brasile (“Bicho de sete cabeças” di Lais Bodanzky), dall’Iran (“Delbaran” di Abdolfazl Jalili), da Hong Kong (“Dong ci bian wei” di Tang Xiaobai), dagli Stati Uniti (“Baby boy” di John Singleton), dalla Corea (“Nabi” di Moon Seong-Wook). Non manca l’Europa con gli italiani “Non è giusto” di Antonietta de Lillo e “Alla rivoluzione sulla due cavalli” di Maurizio Sciarra, il tedesco “Love the hard way” di Peter Seher, i francesi “Avec tout mon amour” di Amalia Escrivá e “Le lait de la tendresse humaine” di Dominique Cabrera.
Molti gli eventi speciali in Piazza Grande con la presentazione in anteprima di film che presto usciranno sul mercato internazionale. Tornano Peter Bogdanovich con “The cat’s meow” e Chen Kaige con “Bian zou bian chang”, ma ci saranno anche”El espinazo del diablo” di Guillermo del Toro e “Planet of apes” di Tim Burton. La riflessione sul cinema è portata avanti con le opere di registi come Godard, Kaurismaki, Michael Snow, Jean-Marie Straub e Danièle Huillet, mentre le retrospettiva vanno ad indagare il territorio fertile degli Asian Americans di tutti i tempi e il panorama multiforme del Peplum.
Infine i nuovi linguaggi del video, del digitale e delle nuove prospettive legate alla rete telematica.

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