Casablanca, di Michael Curtiz
Tre statuette vinte nel 1940, come Miglior film, Miglior regia e Miglior sceneggiatura i dialoghi memorabili ed una storia avvincente fanno di questo film un capolavoro.
Pochi film rientrano nella memoria collettiva come Casablanca di Michael Curtiz. Forse solo Via col vento di Fleming evoca con maggior forza in periodo della Hollywood classica. Casablanca è un melodramma dalle tinte noir ambientato durante la Seconda guerra mondiale, girato in un periodo in cui l’America si apprestava a prendere parte al conflitto contro i nazisti e in cui, come in Via col vento, la Storia è pretesto e sfondo per il racconto. Il Marocco è lo snodo principale di molti fuggiaschi che vogliono fuggire dall’Europa per rintanarsi in America, salvi dal pericolo nazifascista: per farlo, bisogna raggiungere il Portogallo neutrale, e l’unico modo è prendere un aereo che parte da Casablanca. Nella città goveranta dai francesi di Vichy, si trova un famoso locale, il Rick’s Café Americain, che prende il nome dal suo proprietario (Humphrey Bogart), un cinico espatriato statunitense, che dopo un passato di attivista politico, sembra ora essersi defilato per un neutrale tornaconto personale. La situazione cambia quando in città arriva la bellissima Ilsa (Ingrid Bergman), vecchia fiamma di Rick, con suo marito, il capo della ribellione cecoslovacca, Victor Lazlo (Paul Henreid). Rick è in possesso di due lettere di permesso per viaggiare verso il Portogallo, e quindi gli sarà impossibile rimanere indifferente in una tale situazione.
Casablanca ricevette tre statuette, come Miglior film, Miglior regia e Miglior sceneggiatura, oltre a numerose nominations. Ed è innegabile che siano pienamente meritate, in quanto gli splendidi primi piani, l’accuratezza e la fluidità nei raccordi, i dialoghi memorabili ed una storia avvincente fanno di questo film un vero e proprio capolavoro. Quello che lascia perplessi è come Humphrey Bogert sia stato solo nominato per l’Oscar e non l’abbia vinto, dato che in questa pellicola regala un’interpretazione emozionante ed indimenticabile. Rick, infatti, è il vero fulcro del film, che dietro alla sua espressione da arrogante eterno impunito, nasconde un cuore nobile e romantico, che non ha mai smesso di battere per la splendida Ilsa, spesso inquadrata in primissimo piano con un’illuminazione così intensa da farla sembrare un angelo. Di fatto, lei, ricopre il ruolo che nei noir spetterebbe alla femme fatale, ingannevole e doppiogiochista, anche se in questo caso il tutto viene svolto con ingenuità e senza vera malizia. La storia dell’amore impossibile e del triangolo sentimentale tra i due protagonisti e Lazlo è il motore che muove l’intero film, assieme all’alone di mistero che avvolge i biglietti per l’aereo ed un Rick’s destinato ad entrare nell’immaginario mondiale come locale di culto. Amare Casablanca significa tuffarsi in una Hollywood che non c’è più.
Titolo originale: Casablanca
Regia: Michael Curtiz
Interpreti: Humphrey Bogart, Ingrid Bergman, Paul Henreid, Claude Rains, Conrad Veidt, Peter Lorre
Durata: 102′
Origine: USA, 1942
Genere: drammatico
La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
Il voto al film è a cura di Simone Emiliani