Fuori Orario, programmazione da oggi a sabato 14 marzo
Tra Rossellini e Lav Diaz, Fuori Orario prosegue la sua programmazione all’insegna del grande cinema e della cultura. Ecco il programma dei prossimi giorni
Eccola programmazione di Fuori Orario da oggi al 14 marzo.
Fuori orario cose (mai) viste.
Un programma di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto.
Rai 3, dalle 1.10 alle 6.00 (290′)
Venerdì 6 marzo
THE WOMAN WHO LEFT – LA DONNA CHE SE NE E’ ANDATA
(Ang babaeng humayo, Filippine, 2016, b/n, 226’, v.o. sott.italiani,)
Regia: Lav Diaz
Con Charo Santos-Concho, John Lloyd Cruz, Michael De Mesa, Nonie Buencamino
Ispirato al racconto di Tolstoj “Dio vede quasi tutto, ma aspetta”, vincitore del Leone d’oro alla Mostra di Venezia nel 2016, The Woman Who Left è il film con cui Lav Diaz viene finalmente riconosciuto come uno degli autori più importanti del cinema contemporaneo.
Il cineasta filippino mette al centro del racconto una donna (in Tolstoj al contrario è un uomo) e sposta l’ambientazione nel contesto urbano contemporaneo delle Filippine. Mentre Horacia ritorna in città dopo essere stata ingiustamente detenuta per trent’anni emergono le storie di violenza e ingiustizia delle Filippine degli ultimi quarant’anni.
Lav Diaz l’ha definita “…una storia di morte e di perdono. Un racconto spirituale che non riguarda Dio ma una persona che soffre ed è spinta a fare qualcosa di buono per tutta l’umanità”.
Sabato 7 marzo
(Italia, 2015, b/n e colore)
Di Giuseppe M. Gaudino
Con Valeria Golino, Massimiliano Gallo, Adriano Giannini
Anna (Golino, vincitrice della Coppa Volpi alla 72 Mostra di Venezia) è una donna che si sbatte tra i suoi tre figli, un marito manesco, un quotidiano duro e spesso grigio, non quello che aveva immaginato da bambina. Gaudino con il suo stile unico, alternando momenti molto diversi, attraverso Anna costruisce un universo proprio, che ha Napoli nel centro, un mondo fortemente materico senza però cadere nel realismo.
(Italia, 1951, b/n, dur.111’05”)
Regia: Luchino Visconti
Con Anna Magnani, Walter Chiari, Gastone Renzelli, Tina Apicella, Tecla Scarano
Nastro d’argento alla migliore attrice protagonista (Anna Magnani)
Quando il regista Alessandro Blasetti cerca una bambina per un suo film, si precipitano al concorso una moltitudine di mamme e bambine tra cui Maddalena (Anna Magnani) e la figlia di otto anni.
Per preparare la piccola al casting, la madre, accecata dall’illusione del successo della figlia, sacrifica economicamente la famiglia e farà i conti con i raggiri e gli abusi del mondo dello spettacolo…
Bellissima è un film disperante e grottesco sul falso mito del cinema, sull’assoluta inconsistenza morale ed ideale del mondo del cinema, un film feroce sulla “filosofia” del neorealismo che viene ribaltata criticamente: qui la rappresentazione del popolo è realizzata con l’occhio impietoso di chi sa che i sogni sono destinati ad infrangersi di fronte alla ferocia della realtà. Illusione e disincanto che saranno i perni del radicale mutamento antropologico dell’Italia a partire dagli anni del cosiddetto boom economico fino ai giorni nostri.
Domenica 8 marzo
Ciclo L’esperienza televisiva di Carlo Quartuccia cura di Paolo Luciani:
L’ULTIMO SPETTACOLO DI NORA HELMER IN CASA DI BAMBOLA DI HENRIK IBSEN
(Italia, 1980, colore) prima e seconda puntata – durata: 145’circa
di Roberto Lerici e Carlo Quartucci
Regia: Carlo Quartucci; scene di Giulio Paolini; costumi Vincenzo Sanfilippo; musiche Giovanna Marini
Con: Carla Tatò/l’attrice Nora, Franco Branciaroli, Amedeo Amodio, Valeria Ciangottini/Nora Helmer, Marino Masè, Giselda Castrini, Antonino Manganaro, Angela Quattrucci, Giorgio Guidarelli, Alfiero Vincenti, Anna Maria Chio, Piero Di Iorio, Annalisa Di Nole, Donatella Di Nole, Lucilla Galeazzi, Paolo Moscalero, Raoul Galeazzi, Alessandro Barrera, Emille Jeau, Carlo Quattrucci, Luigi Mezzanotte. Messa in onda alle ore 20.40 del 17 e 24 marzo 1980 sul secondo canale
Prima puntata
Lo spettacolo si apre mentre una compagnia teatrale sta recitando le ultime battute di CASA DI BAMBOLA, in una scena realisticamente fedele a quella ideata da Ibsen. Calato il sipario, tra gli attori che raccolgono le loro robe egli operai comincia così uno strano dialogo sui temi, sul contenuto e sul significato del lavoro appena concluso, una sorta di “rilettura” meno artistica, ma più spontanea del testo stesso.
Seconda puntata
Nella seconda parte del lavoro realizzato da Carlo Quattrucci e dal suo “laboratorio Camion” si assiste al confronto l’attrice che ha impersonato Nora, l’eroina ibseniana, con la realtà delle donne del proletariato, al di fuori dei “tradizionali” spazi teatrali.
(Radiocorriere, marzo 1980)
Venerdì 13 marzo
LA GUERRE D’ALGÉRIE
(Francia, 2014, colore, 02’01”)
Di: Jean-Marie Straub
Da un racconto di Jean Sandretto
Uno sparo di Straub a precedere Kommunisten, una scheggia sulla sporca guerra d’Algeria a cui il cineasta negò la sua partecipazione e subendo il conseguente allontanamento dalla Francia.
(Francia-Svizzera, 2018, col., dur., 86’35”, v.o. sott. italiano)
Di Jean-Luc Godard
Palma d’oro speciale al Festival di Cannes del 2018, l’ultimo capolavoro di Jean-Luc Godard, realizzato con la collaborazione di Jean Paul Battaggia, Fabrice Aragno, Nicole Brenez, è il frutto di un lavoro incessante durato ormai sessant´anni: il corpo a corpo col cinema, il movimento della mano nella pratica del montaggio (che ha definito”mon beau souci”), la perenne infanzia dell’arte come rinnovata cosmogonia e “ardente speranza”.
Sulla soglia dei 90 anni Godard procede con un incessante “aller et retour” nella sterminata selva di lacerti letterari e cinematografici (di ogni formato e provenienza), nella polifonia delle voci, nello scontro di costellazioni da cui emergono il romanzo di Cossery, Une ambition dans le desert e l’evocazione dell Arabia felice di Dumas.
Negli ultimi anni Godard ha ripetuto spesso la frase paolina “L’immagine verrà al tempo della resurrezione”. Dopo l’” adieu au langage”, nella sua battaglia contro il Logos, il Libro, la Legge, con Le livre d’Image si può forse cominciare a pensare come le immagini – anche nella catastrofe contemporanea dello spettacolo – possano ancora essere il contrario della legge e della rappresentazione, e come anzi possano contrastarle. “Le livre d’image integra e rilancia tutta questa tradizione magnifica – Artaud, Apollinaire, Epstein – che ha pensato il cinema come capace di liberarci dalla legge dell identità” (Nicole Brenez). Il cinema non era forse pensato all’inizio come l’arte della luce? E nel finale di Scénario du film Passion (già programmato da Fuori Orario) non si passava dalla pagina bianca al mare per giungere al raggio di sole?
Verso la fine di Le livre d’image la voce cavernosa di Godard, nel nero dello schermo, come proveniente dall’oltre tomba, riprende e distorna le frasi di Peter Weiss: “Anche se nulla doveva essere come lo avevamo sperato, questo non cambierebbe nulla alle nostre speranze, esse resterebbero un’utopia necessaria, il campo delle speranze è più vasto di quello del nostro tempo, e così come il passato era immutabile, allo stesso modo le speranze resterebbero immutabili”.
UN CONTE DE MICHEL MONTAIGNE
(Francia 2013, col., dur., 34′)
Di Jean-Marie Straub
Da: “De l’exercitation” (libro II, capitolo 6) in Essais
Con Barbara Ulrich
Straub dialoga a distanza con Michel de Montaigne; attraverso le sue parole, a cui dà voce Barbara Ulrich, una statua, un albero JMS instaura un rapporto dialogico e spaziale con il pensatore francese.
ATTI DEGLI APOSTOLI – prima e seconda puntata
(Italia, Francia, Spagna, Germania, Tunisia, 1969, colore, durata totale della 1° e 2° PT 116’11”)
Regia: Roberto Rossellini
Interpreti: Edoardo Torricella, Jacques Durmur, Renzo Rossi, Giuseppe Mannajuolo, Mohamed Kouka
Girato per la TV in cinque puntate e trasmesso in vari paesi europei, l’opera di Rossellini è tratta dall’antico libro neotestamentario con intenti divulgativi. Lo spunto narrativo è dato dallo scriba greco Aristarco che racconta la storia di Gesù e si divide sostanzialmente in due parti, dedicate una alla figura di Pietro e l’altra a quella di Paolo di Tarso.
Sabato 14 marzo
LE PONT DES SOUPIR
(Il ponte dei sospiri, episodio del film collettivo, Le ponts de Sarajevo, Francia, Italia, Svizzera, Bosnia, Herzegovina, Bulgaria, Germania, Portogallo, 2014, b/n e col., dur.08’03”, v.o.sott.italiano)
Regia: Jean-Luc Godard
Sorta di collage-poème con cui Godard svolge la sua preghiera resistente contro la barbarie e la regola, proseguendo l’esplorazione fotografica di Je vous salue, Sarajevo, composto nel 1993 intorno alla fotografia di Ron Haviv e alla realtà che non smette di accadere.
ATTI DEGLI APOSTOLI – terza, quarta e quinta puntata
(Italia, Francia, Spagna, Germania, Tunisia, 1969, colore, durata totale della 1° e 2° PT 116’11”)
Regia: Roberto Rossellini
Interpreti: Edoardo Torricella, Jacques Durmur, Renzo Rossi, Giuseppe Mannajuolo, Mohamed Kouka
Girato per la TV in cinque puntate e trasmesso in vari paesi europei, l’opera di Rossellini è tratta dall’antico libro neotestamentario con intenti divulgativi. Lo spunto narrativo è dato dallo scriba greco Aristarco che racconta la storia di Gesù e si divide sostanzialmente in due parti, dedicate una alla figura di Pietro e l’altra a quella di Paolo di Tarso.