Future Film Festival 08 – "Film Noir", di Jud Jones e Risto Topaloski (Fuori concorso)

Film noirAttraverso un’animazione curata e caratterizzata Film noir, con una chiara dichiarazione d’intenti, ricostruisce i canoni classici del genere riuscendo a tenere sempre alta la tensione. Merito dei due autori l’animatore Risto Topaloski e il misterioso D. Jud Jonson pseudonimo, tra i tanti, per evitare qualsiasi possibile catalogazione.

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Film noirCi sono molte cose interessanti attorno e dentro Film Noir collocato nel fuori concorso del festival bolognese. Si tratta di un’animazione curata e caratterizzata, che ricostruisce, attraverso il disegno, i canoni classici del noir, le sue essenziali componenti: detective, amnesia, dark lady, sadici e ricchi da fare da paura tutti accomunati dalla più e meno comune cattiveria e immersi con le loro veloci automobili nelle highway della metropoli perennemente umide per la pioggia fitta e incessante.  Il film ha il merito di tenere sempre alta la tensione della storia alla quale non mancano i colpi di scena che ne ravvivano di continuo l’interesse. La tortuosità della vicenda rende quasi impossibile una sua breve sintesi al di fuori di un cenno ad un uomo che si risveglia sulla collina di Los Angeles senza memoria e il cui scopo è solo quello di riacquistarla. Ma per arrivarci sarà costretto a dure e pericolose prove. Un tratto dalla rappresentazione grafica variegata che a volte abbaglia lo spettatore con un iperrealismo paradigmatico di quello della migliore tradizione fumettistica e che in altri momenti lo sorprende per la semplicità della linea, che appare quasi impoverita e che ricorda le tavole essenziali di Diabolik. In questa ambiguità di fondali si muove la storia, che, a sua volta, riflette molte altre ambiguità e doppiezze, nel pure stile hard boiled, dove nessuno si sognerebbe di puntare neppure un centesimo sulla bontà integrale dei personaggi. Ma il film non ha smesso di rivelare sorprese e, in qualche misura, è anche sorprendente il suo autore o, meglio, coautore, insieme al capo  animatore Risto Topaloski, D. Jud Jones che, come ci informano i materiali del festival, è solo uno dei tanti pseudonimi di un personaggio che evita ogni catalogazione e che utilizza la mimetizzazione affinché si eviti una qualsiasi possibilità di retrospettiva filmografica del suo lavoro. Insomma, un bel po’ di positive ambiguità caratterizzano il film che, va obbligatoriamente aggiunto, raggiunge un altro risultato quello di accordare, almeno artisticamente, due Paesi così distanti sullo scacchiere internazionale, ma evidentemente così vicini nel mondo fantastico del cinema, come gli Usa e la Serbia. Un bel po’ di risultati se, insieme al piacere della visione si sottolineerà che in tutta questa fiera delle (positive) ambiguità spicca l’azzeccata scelta di un titolo che, invece, non lascia dubbi allo spettatore.

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