I Kiss diventano Avatar

Paul Stanley e Gene Simmons, fondatori storici della band, hanno annunciato l’inizio di una nuova digital era a base di motion capture e virtual glam rock

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“Il vostro amore ci ha reso immortali. La nuova era dei Kiss inizia ora, così potremo vivere in eterno”.

I Kiss diventano avatar. L’annuncio risale a qualche ora fa, al termine della performance tenuta al Madison Square Garden in occasione della chiusura del The End of the Road Tourcon, iniziato il 31 gennaio 2019 e conclusosi a New York nella serata di sabato 2 dicembre. Un ultimo tour, un ultimo concerto dal vivo per salutare i fan dopo 50 anni di onorata carriera. Un addio in carne e ossa che apre la strada alla nuova digital era del gruppo musicale.

Paul Stanley e Gene Simmons, fondatori storici della band, hanno infatti approfittato del consueto bis finale per annunciare ai fan la volontà di continuare a esibirsi, seppur in versione “computerizzata”. Volontà che troverà presto concretezza grazie ai fedeli avatar digitali realizzati dalla Industrial Light & Magic, la società per effetti speciali che fa capo al regista e produttore statunitense George Lucas.
Dopo ore e ore di lavoro per la digitalizzazione di costumi e strumenti musicali e grazie all’utilizzo della motion capture, i Kiss sono dunque pronti a dare vita ai propri alter ego virtuali e avviare così una collaborazione con la Pophouse Entertainment Group, società svedese già responsabile dell’ABBA Voyage.

Il gruppo glam rock, nato a New York nel 1973, non è infatti la prima realtà a superare le nuove frontiere metaversali alla ricerca di un miracoloso elisir di lunga vita. Prima dei Kiss – ne parlavamo già nel giugno dello scorso anno – numerosi sono i volti della scena musicale ad aver prestato corpo e voce ad ologrammi artificiali. Ricordiamo innanzitutto gli ABBA-tar, riproduzioni virtuali dei componenti della band, esibitisi il 27 maggio 2022 al Queen Elizabeth Olympic Park di Londra, a 40 anni dallo scioglimento. O pensiamo all’esibizione di Travis Scott su Fortnite, datata aprile 2020 e ben presto emulata dai colleghi Justin Bieber, DeadMau5, The Weeknd e Ariana Grande. Senza naturalmente dimenticare le estremizzazioni di Hatsune Miku, vocaloid giapponese sviluppato da Crypton Future Media, lanciato nel 2007 e Miquela Sousa, influencer, modella e popstar creata nel 2016 da Trevor McFedries e Sara DeCou.

Quella dei Kiss, prima band americana a divenire virtuale, è dunque un’iniziativa che, lungi dall’aprire nuove vie in termini di digitalizzazione musicale, sembra piuttosto incamminarsi lungo un percorso già abbondantemente battuto. E che, considerato il nomen omen del primo album live pubblicato dal gruppo nel settembre del ’75 – Alive! – pare romanticamente configurarsi come un’ideale chiusura del cerchio; offrendo a brani che hanno scritto la storia del rock and roll – da I Was Made For Lovin’ You a Rock and Roll All Nite – la possibilità di continuare a calcare i palchi di tutto il mondo.

“La band merita di vivere più a lungo di noi perché è più importante di noi quattro” ha infatti dichiarato Paul Stanley ad Associated Press. E poi, la tecnologia ci permetterà di fare cose incredibili. Suoneremo in tre continenti diversi contemporaneamente, è straordinario”.


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