"Il cinema non ha bisogno di essere salvato" – Incontro con Frank Miller
Come mai ha deciso di dirigere un nuovo film?
Frank Miller – Mi era piaciuta l’esperienza che avevo con Robert Rodriguez per la realizzazione di Sin City. E’ stato lui a farmi capire che il passo tra il disegnare una storia a fumetti e il trasformarla in un film era molto breve. E che le possibilità date dalle nuove tecnologie erano praticamente infinite. Trovo molto stimolante questo lavoro anche perché mi permette di collaborare con attori in carne ed ossa e di trasformali nei personaggi disegnati delle storie che racconto. La differenza più grande nel passare dal fumetto al cinema è stata proprio quella di lavorare con gli attori.
Cosa ne pensa dell’uso che Hollywood sta facendo del mondo del fumetto?
FM – E’ un bene che ora si comprenda il potenziale dei fumetti. La tecnologia digitale ne permette un’ottimale traduzione, e questa relazione sempre più stretta è il segno di un’industria vitale e in evoluzione. Quindi non ha senso dire che il fumetto, o Frank Miller, stiano salvando il cinema: il cinema non ha bisogno di essere salvato.
Nel fumetto, Octopus, uno dei personaggi, non appare mai in volto, ma è riconoscibile solo attraverso un paio di guanti, nella pellicola il volto di Samuel L Jackson, che lo interpreta, è invece ben visibile, come mai questa scelta?
FM – Al cinema non era proponibile rimanere fedeli alle scelte di Will Eisner quindi avevo bisogno di un interprete con un volto, e un volto spaventoso: e quale attore ha un volto più spaventoso di Samuel L. Jackson? Octopus è quello che viene definito uno scienziato pazzo, è un duro, come testimoniano le otto lacrime da carcerato che ha tatuate sul viso. Ed è un vero villain da fumetto, con tantissimi costumi diversi.
Come mai la scelta del bianco e nero?
FM – Quando mia moglie ha deciso di lasciare il fumetto per dedicarsi alla pittura, ho iniziato a lavorare in bianco e nero. Mi piace, mi piace la stilizzazione e utilizzare tocchi di colore per enfatizzare le emozioni e alcuni aspetti della storia.
Cosa ne pensa degli attori con i quali ha lavorato?
FM – Gli attori sono davvero fantastici. Se ne sentono di tutti i colori su di loro: si dice che gli attori siano pigri, siano stupidi, siano pazzi e bizzosi. Invece lavorano duro, sono intelligenti e se sopportano con pazienza un tipo come me sul set vuol dire che non sono né pazzi né bizzosi.