"Le 13 rose", di Emilio Martinez Làzaro

le 13 rose
Le tredici rose
non ha né la precisione biografica di Omaggio alla Catalogna né la forza appassionata di Terra e Libertà. Tratto da una storia vera, nelle ambizioni del regista ne avrebbe dovuto sfruttare al massimo il pathos e la forza. Il risultato è un pasticcio di stampo televisivo, fastidioso e irrilevante. Làzaro ha la Storia dalla sua parte. Tutto il resto è evidentemente superfluo per il regista

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le 13 roseLa storia è vera. "Las trece rosas rojas" erano delle donne giovanissime, delle ragazze, che nel 1939 vennero fucilate insieme ad altri 43 dissidenti con l’ accusa infondata di aver preparato un attentato contro il Caudillo da poco al potere.
Làzaro racconta la loro vicenda soffermandosi su cinque di loro. Carmen, Virtudes, Adelina e Julia iscritte al Circolo Socialista Aida Fuentes, e Blanca, giovane e cattolica moglie di un musicista comunista.
La guerra civile spagnola. Il coraggio di opporsi alla dittatura. La ferocia degli aguzzini. L’abnegazione e la superiorità morale di un gruppo di giovanissime donne. Il sacrificio in nome della libertà.
Quanti film che riprendono avvenimenti storici, meglio se atti d’eroismo avvenuti in epoche e regimi non democratici vengono sfornati ogni anno? Molti. La Guerra Civile Spagnola è un capitolo tragico e affascinante. Ha affascinato un regista come Ken Loach e molti anni prima aveva affascinato e attratto uno scrittore come George Orwell che la guerra la visse e la raccontò in prima persona.
Làzaro ha la Storia dalla sua parte. La Storia dalla sua parte; dalla parte delle tredici rose, dei buoni, degli anti-fascisti, di quelli che lottarono contro Franco.
Tutto il resto è evidentemente superfluo per il regista. Dato che è inesistente. Si potrebbe cominciare da un aspetto qualsiasi: la musica, per esempio. Rimbomba fastidiosamente, epica anche dove non ce n’ è bisogno, fin dalle primissime immagini del film, dai titoli di testa. Supponente ed enfatica, perseguita le orecchie, avvolge ogni minima azione delle protagoniste. La struttura narrativa è, nonostante la semplicità dell’intreccio, pasticciata e stupidamente intricata. Le inquadrature sono assolutamente impersonali e riescono ad essere contemporaneamente insensate, come il montaggio che le appiccica l’una all’altra. I dialoghi non aggiungono nulla perché non dicono nulla. Astutamente Làzaro cavalca l’idea che “le donne sono sempre migliori degli uomini”. E allora ecco che tutti i protagonisti maschili sono dei vigliacchi, inconsistenti oppure sadici. Le protagoniste invece sono tutte insopportabilmente perfette, irreprensibili e pronte a morire. Persino le fasciste, in quanto donne, hanno un’umanità e uno spessore notevoli. Roba vecchia. E molto poco veritiera, almeno ad un occhio minimamente consapevole.
Per quanto riguarda gli attori poi, ad onor del vero, le protagoniste spagnole sono tutte, a cominciare dalla brava Pilar Lopez de Ayala, credibili e piuttosto brave. Non si può purtroppo dire la stessa cosa della “nostra” Gabriella Pession che, concentratissima e imbronciatissima, focalizza tutti i suoi sforzi nell’evidente intento di far risaltare la bocca carnosa. Stessa cosa per Enrico Lo Verso, il ladro di bambini che ormai da anni sembra aver perso ogni traccia di talento. Dei tre attori italiani che partecipano al film l’unico degno di nota è Adriano Giannini che sa dare un tocco di sadismo decadente al commissario franchista che interpreta.
Le tredici rose non ha né la precisione biografica di Omaggio alla Catalogna né la forza appassionata di Terra e Libertà.
E’ evidente la presunta furbizia della costruzione televisiva, da fiction a puntate. Si sarebbe comunque trattato di un prodotto meno che mediocre. Dà molto fastidio pensare di essere trattati, in quanto spettatori, come persone alle quali smerciare la Storia in forme così basse. E vedere un film che cerca così maldestramente di sfruttare i fatti della Storia nella speranza di “farsi bello”. Vederlo poi al cinema, e per 130 interminabili minuti, dà un fastidio ai limiti della tollerabilità.

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Titolo originale: Las 13 rosas
Regia: Emilio Martìnez Làzaro
Interpreti: Pilar Lopez de Ayala, Veronica Sànchez, Gabriella Pession, Adriano Giannini, Enrico Lo Verso, Marta Etura, Teresa Hurtado de Ory
Distribuzione: FilmExport
Durata: 130’
Origine: Spagna 2007

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    Un commento

    • La inbformo che il film in Spagna ha avuto 14 nominations ai Goya vincendone 4 e la Pession ha avuto critiche molto positive, infatti ha girato un altro film in Spagna.