"Le cose in te nascoste", di Vito Vinci

Le cose in te nascosteNoir indipendente girato in meno di un mese, il secondo lungometraggio di Vito Vinci racconta la precarietà esistenziale di una giovane coppia clandestina, concentrandosi forse troppo sull’instabilità dei personaggi a discapito della resa generale del film. Girato in HD, è tratto da Fiammante, soggetto finalista all’edizione 2001 del  Premio Solinas.
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Le cose in te nascoste

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Vinci centra in pieno l’obiettivo, dichiarato, di spostare il focus dell’attenzione dallo svolgersi della narrazione all’interiorità dei personaggi. I suoi protagonisti sono creature solitarie, individui persi in una realtà straniante che combattono sempre per loro stessi, mai con o per gli altri. Il senso di precarietà esistenziale, che permea e trascende quelle emotiva e lavorativa, li avvolge, facendo da traino alla vicenda. Tuttavia, la totale concentrazione sullo sfasamento emotivo dei protagonisti, ottenuta con il rimaneggiamento del soggetto originale, oltre che con una serie di espedienti tecnici orchestrati ad hoc (il nervosismo insistente della macchina a mano, l’uso del ralenti e del fuori fuoco che ritraggono l’altro da sé come poco più di una massa indistinta, i continui salti temporali, essendo la storia tutta un flashback condito di contaminazioni tra passato e presente) finisce con l’andare a discapito della resa generale del film. La struttura narrativa ne risulta infatti indebolita, come anche la stessa psicologia dei personaggi, appena accennata a favore dell’ostentazione del loro sentire.
Chiara (Lea Mornar) e Fabrizio (Luigi Iacuzio, Una notte) si incontrano per caso durante un acquazzone e, attratti dalle reciproche differenze, intrecciano una pericolosa relazione, minata da depressione ed insicurezze esistenziali. Stanchi del loro stile di vita modesto ed anonimo, decidono di tentare il tutto per tutto con una rapina. Nonostante la trama riprenda il clichè consolidato dei giovani ribelli pronti a tutto pur di evadere da una realtà anonima e stereotipata, i due mancano totalmente dell’appeal e della coesione delle coppie cinematografiche tipiche del genere. Mickey e Mallory, Bonnie e Clyde, presentano tutti un magnetismo sconosciuto ai due protagonisti, che, stavolta, non sono outsider, ma individui qualsiasi schiacciati da un susseguirsi di rinunce e frustrazioni. L’adattamento al contesto nostrano, l’intuizione, azzeccatissima, di tradurre in gangster story la precarietà degli ultimi tempi, si perdono tuttavia con il mancato approfondimento dei personaggi, dissipato dall’eccessiva concentrazione sulle sensazioni che questi provano. Le difficoltà del rapporto di coppia e la paura di perdere il posto di lavoro di Fabrizio, il disgusto per la normalità professato da Chiara, erede delle conturbanti dark ladies del noir, vengono infatti soffocate da una solitudine incolmabile che diventa il motore unico delle loro azioni lasciando, purtroppo, la sensazione di un’opera incompleta, bisognosa di un’ulteriore livellatura.
 

 
Regia: Vito Vinci
Interpreti: Elena Bouryka, Luigi Iacuzio, Lea Mornar, Franco Travisi, Giovanni Izzo
Distribuzione: AB Film
Durata: 80’
Origine: Italia, 2008
 

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