LIBRI DI CINEMA – "Cari Centenari. Roberto Rossellini, Luchino Visconti, Mario Soldati" di Tullio Kezich

In occasione dei centenari delle nascite di Roberto Rossellini, Luchino Visconti e Mario Soldati, il critico Tullio Kezich ha raccolto i suoi scritti dedicati nel corso degli anni ai tre grandi registi. Nel fare questo si è sottratto alla diffusa abitudine di parlare degli scomparsi con un rispetto che non sempre gli è stato dedicato da vivi

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Cari Centenari

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Roberto Rossellini, Luchino Visconti, Mario Soldati.


Tullio Kezich


Falsopiano


finito di stampare nel maggio 2006


202 pag. – 14,00 euro


 


Questo è un libro d'occasione che ambisce a essere qualcosa di più. Anche se l'occasione non va sottovalutata, importante e insolita qual è. Si dà il caso che, un secolo esatto fa, l'anno 1906 fu caratterizzato da un moltiplicarsi di nascite promettenti. Tre maestri vennero alla luce nel giro di soli sette mesi, da maggio a novembre. Tre personaggi che in un modo o nell'altro hanno accompagnato la crescita morale e intellettuale di un paio di generazioni. Tullio Kezich raccoglie una parte dei suoi scritti, dedicati in oltre mezzo secolo a questi suoi "incomparabili compagni di viaggio". Egli infatti ha avuto rapporti di amicizia e di lavoro sia con Rossellini che con Soldati mentre più saltuaria e distaccata è stata la frequentazione di Visconti: l'unico dei tre al quale Kezich ha sempre continuato a dare del lei. Nella scelta dei testi sono state tralasciate le recensioni ai film ed ogni criterio cronologico. Inoltre come dice lo stesso Kezich: " in queste pagine non sono stato ossequente al motto latino De mortuis nil nisi bonum, sottraendomi alla diffusa abitudine di parlare degli scomparsi con un rispetto che non sempre gli abbiamo dedicato da vivi, ho preferito non nascondere i momenti in cui la mia sintonia con i personaggi in questione è venuta meno, lasciando al dispetto e perfino al risentimento di chi si accorge che il maestro non sembra aver corrisposto in quella particolare situazione alla fiducia riposta in lui. Non sarei stato capace di offrire una silloge di scritti decaffeinati; mi è sembrato più rispettoso e confacente alla personalità dei nostri (che del resto nelle polemiche sapevano difendersi benissimo) evidenziare accanto all'affetto e all'ammirazione anche gli occasionali spunti di polemica. Parlandone da vivi.

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