LIBRI DI CINEMA – Le novità di aprile
Sgradevole è bello – Il mondo nel cinema di Todd Solondz, Mike Leigh, My Name is Vrizì, Il cinema futurista, Robert Zemeckis, John Ford, Lo spettatore immobile – Ennio Flaiano e l'illusione del cinema, Marilyn Monroe, Greta Garbo, Dai Lumière a Sonetàula.
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My name is Virzì è la storia semiseria del creatore di Ovosodo, Caterina va in città, Tutta la vita davanti, La prima cosa bella, raccontata da lui stesso e da trenta testimoni d’eccezione: dalla madre Franca a Sabrina Ferilli, e poi Massimo Ghini, Laura Morante, Claudia Pandolfi, Edoardo Gabbriellini, Valerio Mastandrea, Monica Bellucci, Furio Scarpelli, fino alla moglie Micaela Ramazzotti. Un quasi-romanzo sulla vita e i film del regista di Livorno, ma anche una carrellata sugli aspetti più ricorrenti del suo cinema: l’inadeguatezza degli eroi ragazzini, il fascino discreto della provincia, il ruolo salvifico delle donne, i finti happy end intrisi di struggimento.
Un viaggio pieno di sorprese sulle tracce di un uomo che conosce l’arte di far ridere e commuovere.

All’inizio del futurismo negli anni '10, le premesse del film d’avanguardia nascono dalla vitalità del cinema popolare che, per il suo atteggiamento irriverente e demistificatore e per l’audacia dei suoi giochi formali, appare subito a Marinetti come un totale rinnovamento dello sguardo e dei contenuti visivi. Grazie all’assimilazione dialettica delle idee futuriste, i fratelli Ginanni-Corradini intraprendono invece una ricerca cinematografica astratta fondata sulla drammatizzazione e sulla musicalizzazione delle linee e dei colori. Queste prime ricerche sperimentali culminano nel film Vita futurista, ideato e realizzato nel 1916 su iniziativa del gruppo futurista fiorentino.
Nel corso degli anni ’20, il carattere proteiforme del futurismo si riconosce in una serie di temi e soluzioni formali che partecipano dell’avanguardia internazionale: l’estetica della macchina, la celebrazione vitalista dei rumori, la visione estatica dello spazio urbano, il cinetismo astratto, le compenetrazioni visive e le accelerazioni ritmiche, così come un approccio formale al film documentario considerato come strumento di lettura del mondo moderno. Il futurismo diviene così a pieno titolo una cultura di dimensioni europee. Nel 1930, il futurismo italiano realizza il film Velocità di Cordero, Martina e Oriani, oggi considerato una delle opere cinematografiche più significative del movimento. Nel periodo successivo, le ricerche indipendenti di Goffredo Alessandrini, Corrado D’Errico e Francesco Di Cocco, assimilano il futurismo attraverso la specificità di uno stile e di un approccio che appaiono legati ai grandi temi della modernità.
L’insieme di testi teorici sul cinema raccolti in questo volume permette di approfondire la conoscenza del movimento futurista a livello teorico, ideologico ed estetico e di capire meglio la sua importanza all’interno della storia culturale italiana ed europea..

Robert Zemeckis è il regista che più di altri sta spingendo la linea di confine del visibile verso nuovi orizzonti. Dopo grandi successi come la trilogia di Ritorno al futuro, Chi ha incastrato Roger Rabbit, dopo la pioggia di Oscar con Forrest Gump e le emeozioni di Contact e Cast Away, Zemeckis ha iniziato un nuovo percorso artistico utilizzando innovative tecniche digitali. Da qui il film Polar Express, La leggenda di Beowulf e l'ultimo A Christmas Carol. Il libro si propone di affontare tutte le tematiche che compongono la poetica del regista, oltre che gli aspetti tecnici e artistici che rientrano nel suo affascinante modo di fare cinema.

l libro è una narrazione che profila un John Ford inedito attraverso il dialogo tra la forza delle sue immagini e la potenza inventiva di alcuni filosofi del Novecento: Benjamin, Lévinas, Blanchot, Adorno, Deleuze e Badiou. L’indagine, conducendo l'oggetto della sua ricerca fuori dei confini stabiliti della estetica e della critica cinematografica – contaminando discipline e metodologie differenti –, si annoda su alcuni motivi che formano la tessitura della sua opera: l'incontro con l'altro e la genesi della soggettività, la critica della rappresentazione che svuota di immediatezza la realtà, la comunità, la questione della storia e la guerra. Uno studio sintomatologico che pur non misurando il cinema di Ford con parametri esterni al discorso cinematografico, lo inquisisce nel suo "habitat" sempre condizionante e che, al tempo stesso, lo coglie in quanto risposta ad una determinata situazione culturale e storica.


(non mi importa dei tuoi mille nomi, uso qui il primo con cui ti ho conosciuta: Marilyn), non so se riceverai mai questa lettera, e non è soltanto per via dei soliti ritardi postali. C’è qualcosa di più: mi manca l’indirizzo, e non c’è studioso, mago o presidente al mondo che potrebbe procurarmelo.
Lo so che tu adesso sei dappertutto, sulle scatole di fiammiferi, sulle valigette, sui boccali da birra, sulle canottiere, sui francobolli; ma non so se sei ancora da qualche parte, se hai una qualche tua idea delle cose, se sai finalmente qualcosa di definitivo o se brancoli ancora nel buio come tutti noi. C’è stato un tempo in cui il tuo indirizzo era sulle agende dei potenti più potenti del mondo; ma anche chi non era potente, e quasi nessuno lo era, sapeva dove indirizzarti i suoi pensieri: Marilyn Monroe, Hollywood, California. Tutti i postini del mondo sanno dov’è la capitale del regno dei sogni. Qualunque fosse il tuo indirizzo preciso, non importava, e del resto ne hai cambiati tanti: così tanti che nemmeno tu li sapresti e li vorresti ricordare tutti. Hai avuto tante case, tante madri, tanti uomini, e anche per questo non hai mai avuto una casa, una mamma, un uomo. Hai dormito in così tanti letti che hai finito per dormire quasi sempre da sola. Povera bionda: milioni di uomini al mondo avrebbero dato tutti i loro sogni per passare una notte con te…

