La terza tappa del cinema di Pedro Almodóvar (quarta se iniziamo a contare dal film lungo in Super 8 Folle… folle… fólleme Tim!) comincia a definire in maniera più distinta i contorni tematici e stilistici del regista spagnolo. L’indiscreto fascino del peccato, operazione dalle esplicite referenze buñuelliane, incarna compiutamente le spinte più eversive del cinema di Almodóvar. La dissacrazione della religione cattolica e la pulsione sessuale omoerotica trovano, forse per la prima volta, un perfetto terreno di incontro/scontro. Il convento delle suore “Redentrici Umiliate” è l’edificio dentro le cui mura si sviluppa ed esaurisce “il racconto degli eccessi” di Almodóvar.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Protagonista della vicenda è Yolanda (Cristina Sánchez Pascual), una cantante eroinomane che si esibisce tutte le notti nei principali night club di Madrid. Una sera, prima dello spettacolo, scopre che il suo fidanzato è morto a causa di una dose di eroina che lei stessa gli aveva da poco fornito. La donna, terrorizzata, fugge per le vie di Madrid braccata dalla polizia. Decide di rifugiarsi all’interno di un convento molto particolare dove vive una comunità di suore, le “Redentrici Umiliate”, guidate da una singolare Madre Superiora (Julieta Serrano). Yolanda si ritrova di fronte l’esatto opposto rispetto a quello che sarebbe lecito aspettarsi da un luogo del genere. Tra sorelle che scrivono romanzi osceni, altre che allevano bestie e c’è chi fa uso quotidiano di eroina, arrivando perfino a spacciarla. 

La dimensione più marcatamente eversiva, polemica di un cinema dirompente per temi e messa in scena, si mostra in maniera compiuta, forse per la prima volta nella carriera del regista spagnolo. L’ambientazione della storia, circoscritta praticamente ai soli interni del convento, permette al regista di dedicarsi a ripetute sequenze di chiaro stampo surrealista, senza mai perdere contatto con la concretezza del suo racconto.

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE UNA SERIE TV DALL’8 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Eppure, non è questa la dimensione che emerge con più forza dalla visione di una delle prime opere del cineasta spagnolo attraverso un cinema sicuramente esplicito ed eversivo ma che non fa della mostrazione il suo tema centrale. Sono quelle pulsioni taciute, latenti, trattenute a fatica dalle protagoniste a diventare la vera essenza della poetica almodovariana. Quell’oscuro oggetto del desiderio, direbbe Buñuel, diventa il centro dell’inquadratura costruita dal regista di Tutto su mia madre. Allora, nel mezzo di una grande festa dove si compie tutto ciò che è proibito, emerge nella sua bellezza quel potenziale inespresso, o meglio soffocato, negli sguardi di Yolanda e della madre superiora. Sguardi che si incrociano pericolosamente, pronti ad esplodere ma che si fermano sul più bello. Noi spettatori possiamo soltanto percepire la dirompente tensione erotica presente nella stanza. Ci fermiamo all’ingresso della camera di Yolanda, le osserviamo il corpo nudo mentre si spoglia. Il resto possiamo solo immaginarlo.

Titolo originale: Entre tinieblas
Regia: Pedro Almodóvar
Interpreti: Carmen Maura, Julieta Serrano, Cristina Sánchez Pascual, Marisa Paredes, Chus Lampreave
Distribuzione: CG Entertainment. In collaborazione con Cinema Beltrade – Barz and Hippo
Durata: 114’
Origine: Spagna, 1983

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------