L’immaginario del disegnatore francese Joann Sfar (raccontato anni fa da un bellissimo documentario di Mathieu Amalric) sta prendendo sempre più piede nel mondo dell’animazione per bambini, facendosi spazio fra i grandi nomi del settore e sfidando le grandi case di produzione statunitensi. Il film, della durata di 85 minuti, è l’adattamento dell’omonimo fumetto di successo (Petit Vampire), ideato e disegnato dallo stesso Sfar. La trama è piuttosto lineare: un vampiro di 10 anni è costretto a vivere segregato all’interno di una bolla insieme alla sua famiglia e ad un manipolo di mostri disposti a proteggerlo dall’antagonista della storia, il Gibbous. La motivazione per la quale il Gibbous è un potenziale pericolo per il piccolo protagonista è l’amore per la madre del vampiretto, Pandora. Quest’ultima infatti, mentre era ancora in vita, cercando di scappare dalla furia dell’uomo che sarebbe poi diventato il Gibbous, era stata salvata dal Capitano dei morti e ne era diventata la compagna. Il problema era nato dal fatto che Pandora fosse già madre di un figlio, un ragazzino di 10 anni che, dopo il salvataggio da parte del Capitano dei morti, esattamente come sua madre, è stato trasformato in morto-vivente, o meglio vampiro. Il Gibbous, essere in grado di porre fine alla vita dei vampiri, sarà quindi considerato dalla nuova famiglia un problema tale da costringerli a non avere nessun contatto con il mondo esterno, dove si aggira il loro antagonista. A dare l’impulso a Little Vampire è il tentativo del protagonista di tornare ad una normalità, quella di bambino, che non riesce più nemmeno a ricordare. Questa scelta introdurrà un nuovo personaggio, Michel, bambino umano, orfano e spesso solo. Michel nasconde però un cuore d’oro e diventerà amico sincero del piccolo vampiro, almeno fino all’arrivo del Gibbous…

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Il cartone animato di Joann Sfar porta quindi sul tavolo due tematiche enormi e universali. Da un lato l’amore, in questo caso l’approccio di Little Vampire è interessante, perché l’amore che viene rappresentato dal Gibbous è un amore morboso, un amore assolutamente malato, unilaterale e ossessivo. Questo aspetto sarà forse poco chiaro agli spettatori più piccoli, ma senza dubbio stupirà i loro accompagnatori e in generale gli adulti che si avvicineranno al film. Si tratta infatti di un aspetto non spesso approfondito in questi termini e probabilmente rappresenta l’unico vero elemento interessante dal punto di vista della trama, la quale resta sempre abbastanza lineare. L’altro elemento fondamentale del lavoro di Sfar è la necessità di amicizia, di compagnia, di stimoli. Sarà Michel a fornirgli tutto ciò, insegnandogli il valore dell’amicizia, in una traccia che ricalca molto bene gli standard dei racconti per bambini.
Ma il vero punto di forza del film è sicuramente l’animazione. Il lavoro di Sfar è eccellente e la cura del dettaglio è evidente. Specialmente nelle scene con paesaggi e animazioni dall’alto, l’uso dei colori e degli effetti che questi creano in contrasto fra loro è magistrale. Little Vampire è perfetto per prendere una boccata d’aria fresca e allontanarsi dall’animazione statunitense, la quale, seppur di ottima fattura, resta sempre una sola voce all’interno di un coro infinitamente più ampio.

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