Per i Farrelly l’amore è un virus che si insinua soprattutto dentro i corpi, modificandoli, lavorandoli ai fianchi, sfinendoli, succhiando loro energia vitale come un’enorme medusa incollata con caparbietà sulla nostra schiena. Un cinema sempre più armonioso e ‘classico’ continuamente attraversato da scosse e sussulti, un grande film dolente e potentissimo.
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Ecco come ci riduce l’amore. Eddie Cantrow bloccato in Messico senza documenti tenta più volte di passare il confine con gli Stati Uniti in maniera clandestina insieme a gruppi di messicani, per ritrovare la donna di cui si è innamorato mentre con la sua insopportabile neo-mogliettina era in viaggio di nozze, e che è fuggita da lui appena lo ha scoperto ‘impegnato’: finisce puntualmente beccato dalla Polizia di frontiera, malmenato, e ricacciato a forza da dove è venuto. Gli cresce la barba, gli si strappano i vestiti, il viso è smunto e provato, ormai parla correttamente messicano. E’ così malconcio, sporco e maleodorante, che si presenta alla porta della casa di lei, Miranda (Michelle Monagan, assolutamente strepitosa), quando finalmente dopo mille peripezie torna in America. E lei vive con un altro: ecco come ci riduce l’amore. Per contro, Lila, la donna che Eddie ha sposato, in luna di miele si trasforma in un essere alieno e mostruoso (e in questo l’apparente trivialità della rocambolesca sequenza degli ‘altarini che si scoprono’, con quella orripilante vagina dell’orrore che si schiude minacciosa mostrando il piercing come un dente affilato e pronto a colpire, inquadrata con un esplicito zoom ultragrottesco, conferma invece tutta la genialità dell’acutissimo lucido occhio dei due autori) – esponendosi alla luce (del sole), Lila cambia pelle in tutto e per tutto, esibendo una serie ributtante di bubboni, pustole e bolle lungo tutto il corpo. Di nuovo: ecco come ci si riduce. Lila è una donna che visse due volte (doppio-e-altro-da-sé-stessa nonché da Miranda…): non a caso, la prima parte del film è ambientata in una favolosa San Francisco illuminata da luci che davvero sembrano richiamare quelle di Robert Burks nel cult di Hitchcock. D'altronde, i Farrelly sembrano dircelo da sempre: l’amore è un virus che si insinua soprattutto dentro i corpi, modificandoli, lavorandoli ai fianchi, sfinendoli, succhiando loro energia vitale come un’enorme medusa incollata con caparbietà sulla nostra schiena. In maniera simile e opposta a quello che fu il loro capolavoro, Amore a Prima Svista, in questo Heartbreak Kid (ma per una volta il titolo italiano, Lo Spaccacuori, è ancora più meravigliosamente esplicito nel delineare la figura di un sentimento che squarcia il corpo e ne mette in mostra intestini e frattaglie) il lavoro sulle apparenze e sulla vacuità di un’immagine comunque interiormente irrevocabilmente malata (si pensi solo all’abisso lambito da Osmosis Jones o Fratelli per la pelle…) diventa per prima cosa soprattutto un lavoro sul corpo dell’attore – e Ben Stiller, mostrando sicuramente la sua prova attoriale più matura ad oggi (alzandosi di peso dal tavolino dei bambini a cui pare costretto a inizio film come un chiaro rimando alla sua carriera recente di notti al museo…), si rivela magnifico portatore sano della limpida ambiguità dello sguardo dei Farrelly sulla vita – trattenuto nei suoi eccessi surreal-demenziali, ma sempre prontissimo ad esplodere in segni di una comicità nervosa e disturbante, è in questo modo che rappresenta incarnandola l’estetica di rottura che sembra sottendere al cinema dei due fratelli (pensiamo, di nuovo, all’insostenibile finale ‘rivelatore’ di Amore a Prima Svista…) – un cinema sempre più armonioso e ‘classico’, continuamente attraversato da scosse e sussulti dalla dirompente forza grottesca e demenziale (come la vita…). Un'opera percorsa da una continua tensione (di desiderio) mai risolta (folgorante in quest'ottica il micidiale doppio ribaltamento del finale), davvero tra Vertigo e Gli Uccelli (Eddie assalito da vari animali, più volte mira di oggetti volanti che gli piovono in testa, ossessionato da padre e suocera…): un grande film dolente e potentissimo capace di improvvise sospensioni (debito in parte dei tempi comici di Ben Stiller) che rivelano la perenne struggente condanna di uno sguardo perdutamente innamorato, ma pur sempre in trappola…
Titolo originale: The Heartbreak Kid
Regia: Peter Farrelly, Bobby Farrelly
Interpreti: Ben Stiller, Michelle Monaghan, Malin Akerman, Jerry Stiller, Rob Corddy
Distribuzione: UIP
Durata: 115’
Origine: USA, 2007
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