Napoli magica, di Marco D’Amore
Al suo secondo film da regista, l’attore di Gomorra. La serie realizza un documentario che si affida un po’ troppo alla fiction e risulta bislacco, autoriferito e retorico. Fuori Concorso
Marco D’Amore guida una troupe cinematografica per i vicoli della sua Napoli alla ricerca del segreto di una città e di un popolo che hanno sempre oscillato fra sacro e profano. Chiacchiera con signore affacciate alle finestre, scatta selfie con i fan, e raccoglie testimonianze di solitudini. Racconti della tradizione popolare si intrecciano così con ricostruzioni di storie più recenti, voci e spettri che infestano palazzi e strade. È in particolare Castel dell’Ovo, assunto a metafora e sineddoche di una struttura sociale che si regge sulla fragilità del mistero, a suggestionare il gruppo durante la sua ricerca.
Napoli magica sta tutto in questo flebilissimo spunto narrativo il quale, almeno nella prima metà, si fa anche stile in un formato a metà fra servizio tv e mockumentary. “Perché Napoli è magica?” viene chiesto a tutti. Ma nessuno sembra in grado di rispondere. Qualcuno afferma: “È magica perché ci sei tu!”, indicando il regista. Altri sono dell’idea che la magia in quanto tale non si possa mai spiegare. L’attore reso celebre da Gomorra – La serie, al suo secondo film dietro la macchina da presa, realizza un documentario che, affidandosi un po’ troppo alla fiction per rivelare il mistero del capoluogo campano, risulta bislacco, autoriferito e retorico. Il meccanismo infatti si ingolfa presto, poiché alla verità si preferisce la ricostruzione finzionale forse per poca fiducia nella forza del reale. A un certo momento la volontà di protagonismo e l’intreccio drammaturgico prendono il sopravvento. A cominciare dall’attraversamento di un canale sotterraneo su una barca governata da un Caronte in salsa partenopea, la seconda parte riguarda infatti una simbolica discesa dell’autore-protagonista nella città sotto la città, dove leggenda vuole che vivi e morti vivano insieme inascoltati dal mondo, come in una sorta di girone dantesco a tratti anche ridicolo. A poco serve il coinvolgimento di volti quasi local quali Andrea Renzi (indimenticato uomo in più di Sorrentino) e Marianna Fontana (vista in Indivisibili, Capri-Revolution e Romulus).
Regia: Marco D’Amore
Distribuzione: Vision Distribution
Durata: 90′
Origine: Italia, 2022