"Paranormal Activity", di Oren Peli

Paranormal Activity di Oren Peli
Fenomenologia dell’horror contemporaneo, che discende da vari sottofiloni classici, ma instaura con essi una prospettiva trasversale, utile a rifondare il rapporto con l’ancestrale in un contesto assolutamente alieno a ogni forma di mitopoiesi: il risultato è un atipico low budget refrattario a qualsiasi ambizione commerciale, che però si rivela un inaspettato successo

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Paranormal Activity di Oren PeliProbabilmente non è possibile oggi pensare a un horror che non sia anche cascame di un qualche sottofilone: Oren Peli a quanto pare crede questo e lo accetta, non preoccupandosi di schivare l’effetto già visto. Anzi lo amplifica attraverso una serie di dinamiche che discendono non solo dal citatissimo Blair Witch Project, ma più in generale da quel rapporto alto/basso che faceva la forza de L’esorcista (prima) e Poltergeist (poi). Come in [Rec] lo spazio dell’azione è in fondo aperto a possibili moltiplicazioni, ma la tensione è comunque quella a ricondurre tutto nella stanza dell’orrore, come risultante di forze contrapposte che schiacciano i protagonisti. Non siamo peraltro distanti dalla stessa concezione che, pur decidendo di adeguarsi ai dettami del “Real Movie”, trasgredisce una delle regole iconiche dello stesso, ovvero la coincidenza fra l’occhio della macchina da presa e lo sguardo dei protagonisti. Non a caso stilisticamente il film si offre attraverso il doppio registro dell’inquadratura mossa in soggettiva, contrapposta alla fissità della ripresa notturna in cui a scatenarsi non sono soltanto le forze del male, ma anche gli attori, lasciati liberi di agire in preda a dinamiche non spiegate: nell’intervallo che naturalmente si determina, il film offre non a caso i suoi spunti più interessanti, rendendo Katie a un tempo vittima e agente del male, esattamente come Micha è indagatore dei fenomeni paranormali di cui diviene lentamente artefice prima e succube dopo.

Su tutto, però, affascina la prospettiva low budget che riverbera la tensione da sempre latente nell’horror e che qui viene teorizzata nel modo più radicale, attraverso la presa di coscienza di un meccanismo di riproduzione cinematografica che non oggettivizza il male ma ne può soltanto raccogliere i segni del passaggio (le lenzuola mosse da mani invisibili, le impronte nel borotalco e via citando), lasciando che poi sia lo spettatore a “ricostruire” i percorsi attraverso cui la forza maligna agisce. L’armamentario tecnologico diventa così inutile orpello che non smorza gli effetti della più classica tavoletta ouija. D’altronde non è più tempo di effetti speciali la cui fattura poteva tradire una certa qual artigianalità come ai tempi del Raimi di Evil Dead: oggi l’orrore deve essere riconducibile a un immaginario realistico, scabro, non fantastico, quasi disincantato, cui sembrano ammiccare i due loquaci protagonisti, che durante i momenti di calma discutono con insolito distacco gli eventi di cui sono vittime, quasi asettici come le superfici e i colori della loro casa con piscina: non c’è più posto per i riti pagani e le streghe dei boschi, la sfida dell’horror del terzo millennio è dunque quella di riverberare le sue dinamiche all’interno di una società che ha perso il rapporto con l’ancestrale e deve imparare a ricostruirlo, magari affidandosi a una guida (un sensitivo), ma sempre in un contesto assolutamente alieno a ogni forma di mitopoiesi: il rischio ovviamente è quello di annoiare o non convincere, magari di non lasciare effetti dopo la proiezione, ma il “durante” regala comunque una tensione che spinge a proseguire con interesse la visione.

 

Titolo originale: id.
Regia: Oren Peli
Interpreti: Katie Featherston, Micah Sloat, Michael Bayouth, Amber Armstrong
Distribuzione: Filmauro
Durata: 86’
Origine: Usa, 2007

 

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    4 commenti

    • SE, COME ME CREDETE CHE IL DIAVOLO ESISTA, COME ESISTE DIO GESU' E LA MADONNA, QUESTO FILM NE E' UNA DELLE TANTE SCORCENTANTI TESTIMONIANZE CHE IL DEMONIO ESISTE. IL FILM AMERICANO E' REALMENTE QUELLO DEMONIACO, LA VARIANTE ITALIANA E' PIU' HORROR E MENO ANGOSCIANTE. SPERO COMUNQUE CHE SIA SERVITO A FAR PREGARE DI PIU' A CHI CREDE E A CHI NON CREDE CHE GLI SIA SERVITO A PORSI DELLE DOMANDE O A FAR NASCERERE DUBBI SOPRATTUTTO SUL PERCHE' DI MILLE RELIGIONI. L'ALBERO LO RICONOSCERETE DAI SUOI FRUTTI E LA ZIZZANIA DEMONIACA E' OVUNQUE; SPETTA A VOI SCEGLIERE, SE LA CROCE COME AVEVA FATTO LA RAGAZZA, O LA SUPERBIA INVINCIBILE DEL RAGAZZO.

    • @claudio: scrivere in stampatello nel galateo del web equivale a urlare. lo dice anche la bibbia.

    • infatti stava urlando…non vedete che lo stanno torturando? 🙂

    • Caro Claudio in un film ognuno trova quello che gli pare e piace ma non penso che il maggior esorcista cattolico padre Amorth possa prendere seriamente una fesseria commerciale americana come questa!Qui non c'entra Satana che non ha tempo da perdere con due demente con villa e piscina.Un papocchio a cui milioni di persone hanno creduto ma io almeno l'ho visto alle 16 in multisala ed ho pagato solo 4 euri! Nessuna retro filosofio per un film fasullo fino al midollo!