Regolamentazione delle IA, tra Europa e Stati Uniti

Le scelte dei governi di regolamentare l’uso delle Intelligenze Artificiali è sintomo di un urgenza più istituzionale e legislativa nell’uso delle nuove tecnologie, nel campo civile e lavorativo

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Sono stati migliaia, gli esperti del settore, a firmare una lettera aperta che chiede delle norme più stringenti riguardo i rischi e gli usi impropri, compresi i deep fake, che le IA potrebbero portare. La lettera, firmata da più di 500 esperti nel campo dell’Intelligenza Artificiale, dichiara che “i deepfake rappresentano una minaccia crescente per la società e i governi devono imporre obblighi lungo tutta la catena di approvvigionamento per fermare la proliferazione dei deepfake.”

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

In particolare si chiede di intervenire prontamente riguardo ai rischi legati alla pornografia infantile, che attraverso il deep fake sembra una minaccia parecchio plausibile. Si sottolinea inoltre che a dover essere incriminati, oltre a chi crea questi contenuti, deve essere anche chi consciamente sceglie di diffondere i materiali pedopornografici.

Troviamo nella lettera, titolata “Disrupting the Deepfake Supply Chain”, anche le firme di centinaia di accademici da tutto il mondo, competenti nelle più svariate discipline. È interessante notare come anche una persona del team di OpenAI ha firmato, oltre a un paio di Google DeepMind. Mentre nessuno, al momento della stesura, di Anthropic, Amazon, Apple o Microsoft (tranne Lanier, la cui posizione all’interno del team non è fissa) ha firmato la lettera aperta. È curioso notare inoltre che nella lettera i nomi degli aderenti sono ordinati per “notabilità.”

Questa non è la prima volta che viene chiesto di pensare a una qualche forma di provvedimento. Queste misure sono state dibattute soprattutto in Unione Europea per anni, prima di essere proposte formalmente all’inizio di questo mese.

Ma i rapporti tra l’UE e la nuova tecnologia sorgono, da qualche anno a questa parte appunto, sottoforma di continuo monitoraggio e proposte di regolamentazione. Il tutto è culminato lo scorso 2 febbraio quando il Consiglio europeo ha approvato all’unanimità l’AI Act. La normativa mira a trovare un giusto compromesso tra innovazione e tutela dei cittadini membri, facendo dell’Europa la leader globale nella regolamentazione di questa nuova tecnologia – differentemente dagli Stati Uniti, che sceglie di imporre il controllo della Casa Bianca riguardo l’IA con la fondazione di una task force dedicata.

Va sottolineato anche come l’Europa si sia mossa fortemente in direzione della tutela dei lavoratori in relazione all’apporto delle IA. E in uno studio del Cep (Centres for European Policy Network), si legge come siano i lavoratori più qualificati quelli più a rischio. Perché mentre i precedenti progressi tecnologici hanno aumentato le competenze dei dipendenti e quindi la loro produttività, l’AI generativa al contrario, si pensa possa distruggere in modo irreversibile interi profili professionali, secondo i ricercatori.

Circa un posto di lavoro su dieci nell’Ue sarà direttamente interessato entro la fine di questo decennio. Lo spettro va dai manager e dai consulenti agli avvocati e agli specialisti di marketing“, afferma l’esperto digitale del Cep di Berlino, Anselm Küsters, autore dello studio insieme all’esperta della sede di Roma del Cep, Eleonora Poli.

È chiaro come l’avvento delle IA stai oggi continuando a mostrarsi sotto molteplici aspetti. E l’ago della bilancia sembra tendere sempre più verso uno sguardo istituzionale e più legislativo. Ma anche in questo caso le scelte dei governi e delle istituzioni rivelano uno sguardo “politico” sulle nuove tecnologie. Perché dal momento in cui l’Europa sceglie di regolamentare le IA qualcuno potrebbe gridare a un intervento invasivo, volto al blocco del progresso. Ma viceversa la totale autonomia e liberalizzazione delle nuove tecnologie scaturisce dei seri rischi per l’utenza, come gli accademici che hanno firmato la lettera aperta sopra citata fanno notare in massa.

Sembra, infine, essere questa l’ennesima spaccatura di un presente già di per se parecchio frammentato e di difficilissima lettura. Ad ogni scelta corrisponde una reazione e quindi più che mai lo scontento di alcuni diventa sempre impossibile da ignorare, dato il caos che il futuro più prossimo sembra riservarci.

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array