Richard Curtis, "Love is actually all around"
Ha passato gli ultimi venti anni a creare delle icone: ha iniziato con Mr. Bean e ha finito con Bridget Jones ma il suo cinema ha avuto soprattutto il volto di Hugh Grant tra Four Weddings and a Funeral a Love Actually. La sua ossessione per il lieto fine ha interpretato il bisogno di un pubblico che voleva una pacificazione dopo le tensioni del tatcherism. In sala con Questione di tempo
Richard Curtis ha studiato ad Oxford e il suo ingresso nel cinema è stato abbastanza casuale: è stato il suo amico di lunga data Rowan Atkinson a spingerlo a mettere mano ai suoi sketch. I due non sapevano che questo invito alla scrittura avrebbe scoperto il suo talento nel dare vita a delle icone: Mr. Bean e il suo format che ricordava le comiche mute si sono diffusi in tutto il mondo ma le (dis)avventure di un inglese medio sono state solo il primo passo di una carriera che ha influenzato due decenni di cinema nazionale.
La forma episodica dei suoi inizi ha condizionato tutta la sua filmografia successiva: dalla struttura occasionale di Four Weddings and a Funeral alle storie intrecciate di Love Actually. La sua predilizione per la frammentarietà narrativa comprende anche la consulenza per un film diaristico come Bridget Jones's Diary ed è proseguita in un film d'insieme come I Love Radio Rock. La donna sentimentalmente incerta di Renee Zellweger è un modello comportamentale che gli appartiene fortuitamente: la sua nascita si deve alle pagine di un'altra compagna di università come Helen Fielding. Il suo contributo fondamentale non può prescindere dal percorso parallelo che lo ha affiancato all'ascesa di Hugh Grant come idolo della commedia romantica: il divo è salito alla ribalta anche perchè Richard Curtis lo ha proposto come il nuovo modello maschile della nuova società inglese. Il suo personaggio si è evoluto nel corso degli anni: è iniziato con un trentenne single che si innamora di un'avvenente giornalista americana ed è finito con un quarantenne che non si è ancora sposato ed è appena stato eletto Primo Ministro. Il passaggio di mezzo è stato una sbandata per una diva hollywoodiana che aveva conosciuto nella sua libreria di Notting Hill. E' impossibile pensare a questa tipologia di eroe senza prendere in considerazione le trasformazioni della politica di Tony Blair e il mito nascente della Cool Britannia.
La sera del 26 giugno 1996 il difensore inglese Gareth Southgate si fece parare il calcio di rigore decisivo nell'estenuante ed avvincente semifinale di Wembley contro la Germania. L'errore non si limitò a mandare all'aria le chances di vittoria della nazionale per Euro 96 ma in qualche modo annunciò la fine dell'egemonia britannica su quel decennio. Un anno prima Hugh Grant era stato arrestato per atti osceni in luogo pubblico a Los Angeles: era stato sorpreso in macchina con una prostituta di colore: una frettolosa riconciliazione con la modella Elizabeth Hurley aveva salvato il mito di una delle coppie più invidiate del mondo. Gli anni precedenti erano stati condizionati da una resurrezione della cultura inglese in un'ampia gamma di settori e questa predominanza era il riflesso di un'aria di cambiamento che si percepiva ovunque. La nazione sembrava sul punto di riprendersi quella statura che inseguiva sin dai tempi della Swinging London. Margaret Thatcher aveva abdicato nel 1990 e il lungo ventennio conservatore si stava esaurendo insieme a tutte le tensioni sociali che aveva provocato. Il paese era trascinato dalla ventata di novità di un movimento politico che prese il nome di New Labour e Tony Blair era indicato come il leader che avrebbe fatto rivivere la gloria di un tempo. Le riviste musicali esaltavano la rivalità tra i Blur e gli Oasis ed erano pronte a scommettere che il brit-pop non avrebbe fatto rimpiangere la british invasion: i due gruppi avevano chiuso una trionfale tournee in patria ed erano pronti a conquistare il mercato americano come non capitava dai tempi dei Beatles e dei Rolling Stones. Il rigore di Gareth Southgate fu l'apice e l'inizio della fine nello stesso momento. La leggenda sportiva nazionale Gary Lineker commentò la disfatta in casa con una frase laconica: il calcio è uno sport meraviglioso in cui alla fine vince sempre la Germania…
Il panorama della commedia degli anni novanta è stato all'insegna di un ritrovato classicismo. I film demenziali avevano avuto il loro canto del cigno con Hot Shots! e Una pallottola spuntata ma la popolarità di John Landis e di Jim Abrahams si stava spegnendo. John Hughes aveva firmato il suo successo più grande con Home Alone ma poi non aveva più trovato la chiave per fare presa sul pubblico. Gli incassi avevano premiato Pretty Woman di Garry Marshall e Hollywood aveva riscoperto il piacere del romance: il regista aveva diretto Julia Roberts e Richard Gere anche in Se scappi ti sposo e l'attrice contende a Meg Ryan il titolo di fidanzata d'america. Un film come C'è post@ per te di Nora Ephron aveva annunciato la filiazione diretta con le romcom di Ernst Lubitsch e questa restaurazione domina tutta la produzione del decennio: Sydney Pollack aveva provato un ritorno cavalcando l'onda e proponendo il remake di Sabrina di Billy Wilder. Il cinema inglese non si fece trovare impreparato e Richard Curtis è stato dietro a tutte le versioni britanniche di questa ripoposizione: il suo primo tentativo andò subito a segno e Four Weddings and a Funeral di Mike Newell lo portò persino alle porte dell'Oscar. I punti di contatto tra le due cinematografie riguardavano soprattutto il contesto sociale e politico: gli Stati Uniti e il Regno Unito venivano da un lungo periodo di profonde e dolorose riforme che avevano disgregato le sicurezze del passato. Bill Clinton e Tony Blair erano due facce della stessa medaglia: la loro operazione nasceva all'insegna del nuovo ma non segnò un ritorno alla tregua sociale. La loro politica puntava ad una pacificazione dei traumi della deregulation di Ronald Reagan e di Margaret Thatcher. Io sapevo che la credibilità di tutto il progetto del New Labour consisteva sull'accettazione che quello che era stato fatto negli anni ottanta era inevitabile e non era il prodotto dell'ideologia ma la conseguenza di un cambiamento economico. Il fatto che venne fatto in modo gratuitamente ideologico non cambia la sostanza dell'evidenza: la Gran Bretagna aveva bisogno delle riforme industriali ed economiche di quel periodo.
La famosa attrice Anna Moss si ritrova a cena con un gruppo di londinesi che discutono della loro vita e le raccontano i loro dubbi esistenziali definendosi un gruppo di non realizzati. I film di Richard Curtis non fanno mai un confronto con il passato ma accettano la quotidianità per quella che è: la società inglese non è più quella di un tempo ma un film come Notting Hill non si cura di capire i motivi della precarietà e di accusare i colpevoli. La voce over di Hugh Grant descrive il suo quartiere come i Beatles parlavano di Penny Lane: è la strada di tutti i giorni in cui qualcuno ce la fa e chi non ci riesce non fa drammi. La trama di Four Weddings and a Funeral si aggiorna con una coppia gay, una vaga ispirazione liberal e con una mancanza di certezze che avvolge i personaggi ma non li trascina mai a fondo. I suoi personaggi non navigano nell'oro ma danno sempre l'idea di vivere di rendita: frequentano un ambiente marcatamente borghese che tende verso l'alto anche se spesso non hanno una professione definita. Richard Curtis ha trovato un modo infallibile per rasserenare i conflitti nazionali e il senso del suo cinema può essere riassunto nella confessione di Hugh Grant davanti alla diva hollywoodiana che è capitata nella sua libreria e di cui si è innamorato: queste cose accadono solo nei sogni e non nella vita reale. I suoi film hanno sempre avuto il desiderio di arrivare alla dimensione favolistica di Love Actually: La skyline di Londra è l'unico aggancio con la contemporaneità. Hugh Grant è un Primo Ministro che fa una dichiarazione ad una ragazza del popolo e anche la parte brutta del suo quartiere è un posto in cui i poveri non esistono: questo trucco narrativo non solo unifica tutti i livelli della società ma elimina le stratificazioni sulla linea dell'orizzonte comune del lieto fine. I personaggi del film vivono in una città in cui le delusioni sentimentali sono l'unico motivo per essere tristi e in cui il Natale che sta per arrivare è la promessa di una nuova occasione per essere felici. Il suo film corale è l'apice della capacità di ignorare i problemi di Tony Blair e quando l'illusione del New Labour è tramontata non gli è rimasto altro che affidarsi ad un'altra epoca.
I Love Radio Rock è un film che esalta una nave che naviga in acque internazionali e ufficialmente non esiste: la storia piratesca di Radio Caroline è un'isola che non c'è in cui la gente si ama in modo naif e in cui si trasmette buona musica… I conservatori che vorrebbero chiuderla vengono dipinti in modo sarcastico ma Richard Curtis non vuole prendere di mira l'autorità ma il cinismo.
E' opinione comune che viviamo in un mondo di odio e di avidità ma io non sono d'accordo: per me l'amore è dappertutto, Spesso non è particolarmente nobile o degno di nota ma comunque c'è. Io ho la strana sensazione che se lo cerchi l'amore è davvero dappertutto.