Si è conclusa la seconda edizione del Rome International Documentary Festival, che ha avuto luogo dall’1 al 7 dicembre nella capitale. Durante la cerimonia di chiusura della manifestazione sono stati annunciati tutti i vincitori delle varie categorie.

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Per quanto riguarda la sezione World-Doc, la giuria composta dai registi Nina Burstein, Marco Bertozzi e Leonardo Di Costanzo ha attribuito il Premio miglior documentario ad How to Save a Dead Friend di Marusya Syroechkovskaya, racconto di una storia d’amore che offre a due giovani una possibilità di fuga dalla contemporaneità dominata dalla depressione sul piano privato e da un governo autoritario sul piano pubblico. Il Premio speciale della giuria è invece andato a The Last Year of Darkness, di Ben Mullikkonsson, mentre Amor di Virginia Eleuteri Serpieri si è aggiudicato la Menzione Speciale.

Il Concorso Ita-Doc, la cui giuria era costituita dalla produttrice Caterina D’Amico, dall’autrice Ivelise Perniola e dal montatore e produttore Beppe Leonetti, ha visto trionfare Cécile Khindria e Vittorio Moroni con il loro N’en parlons plus, che intreccia la storia privata di una famiglia e il sofferto processo di decolonizzazione dell’Algeria. Il Premio miglior cortometraggio della sezione Short-Doc è stato invece assegnato a Irina Hale – L’artista bambina, di Cristina D’Eredità. Trionfa anche il regista Francesco Munzi con Kripton, vincitore del Premio del pubblico.

A margine della premiazione i direttori artistici del Rome International Documentary Festival Emma Rossi Landi e Christian Carmosino Mereu hanno ringraziato il pubblico per la partecipazione, sottolineando come la manifestazione fosse basata sull’accoglienza e sull’ascolto che sono la dote fondamentale del documentarista.

Le schede di tutti i film vincitori sono presenti sul sito ufficiale del Rome International Documentary Festival.