Santocielo, di Francesco Amato

Tanto rassicurante da risultare incolore, impaurito a tal punto dal passo progressista con cui prova a muoversi. E si ferma prima di affondare il colpo.

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All’inizio pare quasi crederci. In quel prologo in cui Dio e i suoi angeli discutono se sia più giusto inondare gli uomini, sempre più peccatori con un nuovo diluvio e ricominciare tutto da capo oppure far tornare lo Spirito Santo sulla Terra e far nascere un nuovo Messia che possa traghettare i fedeli verso una vita più giusta c’è tutto un campionario di ironie e giocosità che sembrano prese di peso dagli scritti di Terry Pratchett e John Niven.

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E allora, forse sottotraccia, Santocielo, il film delle feste con Ficarra e Picone pare quasi lasciar intendere di voler esplorare altre strade, di mettersi alla prova su linee alternative rispetto a quelle canoniche del duo comico. E così Picone è Aristide, l’angelo che si incarica di dare alla donna scelta la Lieta Novella e di iniziare la fecondazione con un semplice tocco della mano sul suo ventre mentre Ficarra è Nicola, professore burbero e maschilista che, per un semplice incidente, riceverà il tocco dell’angelo e dovrà portare in grembo e dare alla luce il nuovo Salvatore. Ma si tratta solo di una breve illuminazione. Perché se è vero che parrebbe esserci tutto un mondo, tutto un film lanciato verso zone neanche lontanamente sfiorate dal duo nessuno pare rendersi davvero conto del potenziale di questa piccola rivoluzione.

Perché dopo il prologo tutto torna nei ranghi. Santocielo si muove comunque seguendo il setup tradizionale delle commedie del duo, tesa tra l’ingenuità di Picone e l’atteggiamento burbero ed insofferente di Ficarra. Quando guarda fuori da sé, tra l’altro, si rivolge al passato, alla classica commedia degli equivoci, a cui il film attinge per certi exploit del racconto, tra Aristide che deve costantemente nascondere la sua identità di angelo e Nicola costretto a dissimulare in modo sempre più complesso la gravidanza. Ma gli spunti raramente sono davvero d’impatto e l’archivio da cui pesca il racconto pare uno spazio forse utile alla causa ma straordinariamente polveroso. Santocielo forse paga il dazio di essere passato per troppe mani, di essere legato ad una writer’s room troppo ampia (di ben cinque persone, compresi i due attori ed il regista Francesco Amato), che, per evitare che il film cadesse sotto il peso di troppe voci, lo ha fatto chiudere in una sorta di zona sicura.

Alla lunga certi dettagli non fanno altro che esporre i limiti di un racconto sempre più insicuro sul tono da adottare e sui temi da sfiorare, attento a certe urgenze del presente, tra la satira del pensiero patriarcale, autodeterminazione e attenzione alla diversità non si sa se per vero interesse o per pura convenienza. A rimanere costante, chiara è in effetti questa linea, solo apparentemente progressista, in realtà evidentemente trattenuta, impaurita da certi punti ciechi dei suoi stessi ragionamenti.

È un film rassicurante, responsabile, come l’ultimo Pieraccioni, a tal punto attento a non eccedere mai da diventare, però, insapore. Nella lunga coda finale sembra scuotersi, abbracciare con più evidenza i toni amari, lasciare più spazio ad un Ficarra a tratti quasi esistenzialista e provare a portare in primo piano i temi più spinosi del racconto: il pregiudizio, la paura del diverso, lo sciacallaggio mediatico. Ma malgrado le premesse il passo rimane comunque malfermo, più attento ad affastellare dettagli che a dare solidità alla storia.

Regia: Francesco Amato
Interpreti: Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Maria Chiara Giannetta, Giovanni Storti, Barbara Ronchi
Distribuzione: Medusa Film
Durata: 120′
Origine: Italia, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2
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Il voto dei lettori
2.4 (67 voti)

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    Un commento

    • I temi trattati saranno importanti e svolti con una certa cura ma in questo film non si ride mai. E di spunti per poter tirare fuori delle belle gag c erano ma non arrivano mai a strappare la risata come invece sono riusciti a fare in altri film. Delusione pura. Un 2 su 5 come voto.