Sconfinamenti – Il feticismo nel cinema di Tarantino

Tra la passione per i piedi femminili e quella per i film, suoi come di altri, in Grindhouse-Death Proof Tarantino mette a nudo tutti i suoi feticci, costruendo, ancora una volta, un mondo di pura finzione così ben delineato da sembrare vero. Uno spazio-tempo, prima di tutto filmico, dove gli anni settanta non sembrano mai essere finiti.

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Che Tarantino fosse un feticista lo si era capito già da parecchio tempo. In Death Proof questa sua “perversione” raggiunge una vera e propria sublimazione, sia nella costruzione del suo immaginario quanto nella rappresentazione di tutti i suoi feticci. Prima di tutto c’è il feticcio erotico per eccellenza del cinema di Tarantino, il piede femminile. In Pulp Ficiton, Vincent Vega e Jules parlavano di massaggi alle estremità femminili e si intravedeva il piede di Uma Thurman. In Jackie Brown erano gli stupendi piedi di Bridget Fonda a richiamare l’interesse di Robert de Niro e non solo. In Kill Bill il primo piano delle dita del piede di Uma Thurman ci dava il senso dell’imminente ripresa della Sposa, infine in Death Proof il feticismo di Tarantino esplode in maniera vertiginosa portandolo a mostrare per lo meno un piede di donna ogni cinque minuti.
L'altro feticismo di Tarantino, forse quello più teorico, è legato al proprio immaginario. Il mondo in cui vivono i suoi personaggi, pensiamo a Death Proof per esempio, è un mondo puramente fittizio, dove ci si immerge in uno spazio-tempo prima di tutto filmico. Attraverso i mezzi che il cinema gli mette a disposizione (musica, immagini, montaggio, messinscena) Tarantino ricostruisce il suo mondo narrativo, quello che lui ama più di ogni altra cosa. E allora si ritrovano tutti i suoi feticci. Macchine d’epoca, magliette, oggettistica, canzoni, locandine, discorsi su film. Tarantino crea il proprio immaginario così bene che alla fine sembra reale. Ci immerge così bene i suoi personaggi che alla fine pure loro sembrano veri. Quando invece è tutto un gioco, solo una superba finzione.
Tarantino è un feticista perché non può fare a meno delle cose che gli piacciono del cinema per godere della propria visione. E allora se le deve portare appresso di film in film. In Death Proof lo scarto con la sua filmografia precedente, in questo senso, è ancora maggiore, perché Tarantino non si limita più a portarsi dietro solo il cinema altrui ma inizia ad inserire anche pezzi del suo. E quindi in Death Proof ci sono tutta una serie di rimandi, di feticci, che riguardano proprio i suoi film precedenti. Tarantino, in questa pellicola, dichiara tutta la sua morbosità in fatto di cinema e piedi femminili. E il risultato è talmente bello che in macchina con quelle ragazze ci andresti anche tu incontro alla morte. Per vederle ancora ballare, chiacchierare di uomini, fumare erba o semplicemente sedute, con i loro dolci piedi, a rapirti lo sguardo.

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