Stramaledettamente logico. ESERCIZI DI FILOSOFIA SU PELLICOLA

stramaledettamente logico
Cinque saggi che modellano le visioni del cinema al tornio della filosofia analitica. Cinque studiosi/insegnanti che non hanno nulla da invidiare ai cosiddetti "critici cinematografici" riescono ad affrontare con rigore la materia pulsante e insidiosa del cinema senza spegnerla, anzi accendendo nuovi fuochi. Per
Laterza.

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STRAMALEDETTAMENTE LOGICO. ESERCIZI DI FILOSOFIA SU PELLICOLA

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Armando Massarenti (a cura di); testi di Achille C. Varzi, Roberto Casati, Nicla Vassallo, Claudia Bianchi

Edizioni Laterza
Finito di stampare nel mese di luglio 2009
Pp. 144, euro 15,00

 

Come per altri versi Da Aristotele a Spielberg. Capire la filosofia attraverso i film di Julio Cabrera, uscito per Mondadori qualche anno fa – illustrava un modo di filosofare a partire da una partecipazione patica e quindi già cinematografica – questa raccolta di cinque saggi di altrettanti studiosi/insegnanti di filosofia (Armando Massarenti, Achille C. Varzi, Roberto Casati, Nicla Vassallo, Claudia Bianchi) che ben poco hanno da invidiare ai cosiddetti "critici cinematografici", si distingue da tanti altri testi che mescolano cinema e filosofia per l'intento di partenza. Si distingue innanzitutto per l'assenza di presunzione, ma anche di superficialità, o quantomento di quel fastidioso tono falsamente divulgativo che appartiene a testi troppo "concilianti" in materia.

Stramaledettamente logico è una sorta di manuale di quegli "esercizi filosofici" che lo spettatore di tragedie e commedie si trova quasi costretto a sperimentare sulla propria pelle (fino all'esercizio supremo e miracolosamente curativo: riconoscere il mondo e riconoscere gli altri, pur senza avere garanzie (p. 127).
Allo stesso tempo, come raccontato con determinazione nella postfazione di Massarenti, curatore del progetto, stramaledettamente logico è un tentativo di oltrepassare la dicotomia tra filosofia pratica, di argomentazioni, e filosofia continentale. Il libro modella le visioni del cinema con il tornio della filosofia analitica, con una lodevole attenzione a non privarle di potenza, suggestione e capacità di incidere su un immaginario e un comportamento che tutto sono fuorchè astratti.Ricomincio da capo
Anche la scelta dei titoli dichiara palesemente un certo disinteresse per l'originalità o il valore artistico del film preso in analisi: non si va alla ricerca di un "messaggio filosofico" da parte di registi e sceneggiatori (per fortuna) bensì, come spiega benissimo Casati, direttore di ricerca del CNRS e autore dello scritto dedicato a Groundhog day (Ricomincio da capo), si usano i film per illustrare alcuni straordinari problemi filosofici (p. 34). Casati aggiunge al problema della metafisica del tempo e a quello della conoscenza una chiave fondamentale, il racconto di un percorso rovesciato: "l'epica di un dio che diventa uomo e sicopre che da uomini si è infinitamente migliori" (p. 49) scavando nel film fino a proporre un'analisi originale e acuta di un mondo in cui Bill Murray, il paradigmatico Connors, uomo senza qualità bastardo, o forse solo insoddisfatto, si trova all'improvviso non tanto in una diversa dimensione temporale, ma proprio in un universo parallelo, in cui la divinità immortale (come il vampiro) si scopre con tristezza impossibilitato ad agire – perfino a suicidarsi – mentre in realtà sono tutti gli altri che possono ricominciare da capo.
Sulla domanda maiuscola "è possibile cambiare il passato?" si interroga Achille Varzi,insegnante di logica e autore di una riflessione calzante (che non manca di genuina voracità da "mangiatore di film") sulla saga di Terminator, compiendo un appassionante viaggio circolare sulle montagne russe di filosofia orientale e fisica, fantascienza letteraria e cinematografica, da H. Terminator 2G. Wells a Ritorno al futuro, e sgomberando il campo dagli equivoci che potrebbero essere generati da tutto un filone di storie basate su arditi salti temporali: il passato non si può modificare, tuttavia "influire sul passato è possibile esattamente nello stesso senso in cui è possibile influire per chiunque sul presente, e quindi, sul futuro: agendo" (p. 16).
Nel pezzo dedicato a
Matrix Nicla Vassalli non si limita al classico, mero elenco di riferimenti filosofici e religiosi disseminati più o meno esplicitamente nella trilogia, e scrive con dichiarato approccio epistemologico su questa storia di iniziati, proponendo una lettura delle argomentazioni che passano attraverso il film direttamente, attraverso le immagini e mostrando come di fronte allo schermo – anche volendo considerare la saga in questione una innocua trattazione pop di temi giganteschi – lo spettatore compia istintivamente un vero e proprio esercizio spirituale, provandosi in esperimenti mentali aventi per oggetto situazioni simulate (Massarenti, p. 110).
Coraggiosamente, anche perchè è difficile scrivere qualcosa di più avvincente di ciò che ha scritto (e non solo Matrixscritto…) Slavoj Žižek sull'argomento, eppure c'è qualcosa di affascinante nel rigore con cui questi cinque studiosi, come la Vassalli che insegna filosofia teoretica, affrontano la materia pulsante e insidiosa del cinema senza spegnerla, ma anzi accendendo nuovi fuochi.
In Che Cosa vuoi dire? Claudia Bianchi, che si occupa di filosofia del linguaggio, utilizza Oltre il giardino con Peter Sellers – con la premessa che si occuperà di individuare quei tratti che sanno parlare di comunicazione e interpretazione e che emergono "anche implicitamente e inconsapevolmente" (p.80) da questo e altri film – per disegnare una mappa interessante di quella che è una serie ininterrotta di insuccessi comunicativi, e coglie così l'essenza in qualche modo profondamente disperante della satira, perchè il paradosso che racconta – quello per cui il giardiniere Chance viene etichettato come enigmatico e astuto uomo d'affari perchè "sotto-interpreta" ogni frase in modo letterale, mentre i suoi interlocutori continuano a lanciargli metafore convinti di avere a che fare con un gentleman dotato di acume non comune – somiglia tanto ai nostri quotidiani tentativi di comunicare, ai tragicomici equivoci che intensificano la nostra ontologica solitudine.
"È andata a finire così. La filosofia viva, vitale, è fuggita dai libri accademici e si è rifugiata al cinema" prendono atto le note sul retrocopertina. Per forza, viene da dire: il cinema è un campo da gioco speculativo mille volte più anarchico, fertile e felice delle università di oggi.
 
Oltre il giardino[…] Il fatto è che il punto di vista stramaledettamente logico adottato dagli esercizi filosofici su pellicola contenuti in questo volume può trasformarsi, e proprio in forza di una esibita coerenza nella costruzione di mondi, nel suo esatto contrario. Fino a farci toccare con mano quella che Albert Camus chiamava l’esperienza dell’Assurdo, attraverso la quale arriviamo a percepire la vanità e l’assenza di senso che incombe sulle nostre stesse vite. Secondo Thomas Nagel, che ha così reinterpretato l’idea di Camus, la vita ci pare assurda se la guardiamo da lontano. Vi è una tensione essenziale tra un punto di vista oggettivo e impersonale e uno soggettivo e personale. Viviamo tranquillamente, concentrati sulle nostre faccende piccole e grandi, quando a un certo punto ci capita di «fare un passo indietro», e di osservare noi stessi «dall’esterno». E allora ciò che da una prospettiva personale, interna, ci appariva importante, fondamentale, assoluto, finisce per perdere ogni senso. Vista dall’esterno, la nostra vita ci pare assurda. Non solo perché rispetto all’eternità e immensità del mondo ci appare in tutta la sua miseria e finitezza. Come quella di un topo («Topo, topo, senza scopo / dopo te cosa vien dopo?», recita un geniale limerick di Toti Scialoja). No, il punto non sta nella limitatezza delle nostre vite. Se anche la vita fosse infinita, non avremmo risolto il problema: avremmo solo un’assurdità infinita. […]
 
Estratto dalla prefazione di Armando Massarenti, Esercizi spirituali stramaledettamente logici. Leggi tutto
 
  

Indice

Prefazione

1. "Essere nel cast" di Armando Massarenti      V
2. "È successo tra qualche anno" di Achille C. Varzi     p. 3
3. "La tragedia dell'eterno ritorno" di Roberto Casati     p. 33
4. "Come fai a saperlo?" di Nicla Vassallo      p. 50
5. "Che cosa vuoi dire?" di Claudia Bianchi     p. 79

Postfazione. "Esercizi spirituali stramaledettamente logici" di Armando Massarenti     p. 103

Note   p. 129

 

 

 

 

 

 

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