VENEZIA 68 – "Inni", di Vincent Morisset (Giornate degli Autori)

Con Inni la bellissima musica dei Sigur Ròs diventa tridimensionale e azzera lo spazio tra lo spettatore e lo schermo. Il regista Vincent Morisset riesce nell’intento di aggirare la ripetitività del formato (il film è la registrazione live di due concerti) grazie a un superbo lavoro sull’immagine: fotogrammi e note musicali divengono una cosa sola e, quasi come in un film 3D, lo spettatore viene rapito e ipnotizzato dalla magia dell’insieme. Con Inni, la Musica diventa Cinema.

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Con Inni prosegue il connubio tra la musica dei Sigur Ròs e il cinema, dopo che già nel 2007 il documentario Heima aveva raccontato la loro storia in relazione con la madrepatria Islanda: questa volta l’intento è diverso, e il regista Vincent Morisset (Miror Noir, dedicato agli Arcade Fire) concentra il suo sguardo sulle esibizioni live del gruppo, realizzando un maestoso documento visivo che cattura e ipnotizza lo spettatore per tutta la durata. Per chi non conosce la musica dei Sigur Ròs, Inni è lo strumento migliore per cominciare; per tutti gli altri invece è indubbiamente un’esperienza sensoriale unica ed appassionante, un viaggio nelle emozioni e nelle visioni di uno dei più grandi gruppi emersi negli ultimi vent’anni. I Sigur Ròs si formano il 4 gennaio 1994, lo stesso giorno della nascita della sorellina del cantante, dalla quale prendono il nome: Sigourney Ròs; la loro musica è un concentrato di emozioni e sperimentazioni acustiche che nel panorama degli anni Novanta tuonò come un movimento rivoluzionario e fuori da qualsiasi schema o sottogenere già noto, grazie a un utilizzo personalissimo delle chitarre distorte e alla bellissima voce femminea del cantante Jònsi Birgisson. Album come Agaetis Byrjun e ( ) rappresentano vere e proprie pietre miliari della storia musicale recente, poemi mistici ed atmosferici dai quali neanche il cinema è rimasto indifferente, dal momento che molte loro canzoni sono presenti nelle colonne sonore di diversi film (da Mysterious Skin a Vanilla Sky) a dimostrazione dello statuto acquisito dalla band islandese. Inni è la registrazione live di due concerti tenuti il 20 e 21 novembre 2008, girato in un bianco e nero vibrante e alternando brevissimi inserti della vita personale della band dalle origini in poi: lontano da qualsiasi forma televisiva e molto più complesso di un semplice accostamento di canzoni da videoclip, con Inni la Musica diventa Cinema e acquisisce una profondità visiva che sembra proiettare lo spettatore stesso all’interno delle immagini, rapendolo tramite una sorta di ipnosi dalla quale ci si risveglia solamente dopo i titoli di coda; come e più di un film in 3D, le canzoni sostituiscono gli occhialini e azzerano il tempo cinematografico, aggirando qualsiasi ipotesi di ripetitività del formato per cancellare lo spazio fisico tra lo schermo e lo spettatore. Il lavoro sull’inquadratura effettuato da Morisset, risultato di tre anni di postproduzione, fonde immagini e musica in una cosa sola, e riesce nell’intento di far toccare con mano quello che non si vede: il suono, l’atmosfera, le note, in una maniera che gran parte dei documentari musicali non è mai riuscita a fare.

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