VENEZIA 68 – "Non intendevo fare un film di cronaca." Incontro con Emanuele Crialese e il casti di Terraferma

Conferenza stampa molto affollata quella che ha accolto il primo film italiano in concorso, ovvero terraferma di Emanuele Crialese. Assieme al regista e al produttore Vittorio Moroni, c'erano gli attori principali tra cui Giuseppe Fiorello, filippo Pucillo, Mimmo Cuticchio e Donatella Finocchiaro.

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Conferenza stampa molto affollata quella che ha accolto il primo film italiano in concorso, ovvero terraferma di Emanuele Crialese. Assieme al regista e al produttore Vittorio Moroni, c'erano gli attori principali tra cui Giuseppe Fiorello e Donatella Finocchiaro

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Il tuo è un film che parla di immigrazione. Quanto ha influito la cronanca nell'elaborazione di questo lavoro, sia in fase di scrittura che in fase di riprese?

La cronaca era proprio ciò che noi volevamo evitare. Doveva servirci come fonte di ispirazione e di documentazione per una storia che fosse valida per un opera cinematografica. Doveva trattarsi soprattutto di una forma di rielaborazione.

Puoi raccontarci la storia di una delle attrici del film? Parlo di Timnit T. E' una storia molto particolare la sua.

Nell'estate del 2009 mi trovavo a Lampedusa ed uscì l'articolo su un giornale di una tragedia avvenuta su una imbarcazione di clandestini con solo 4 sopravvisuti su 79 passeggeri. Tra questi quattro c'era lei. Ho così avuto la fortuna di conoscerla e coinvolgerla in questo progetto. L'incontro con lei mi ha ipnotizzato. E' una donna che ha vissuto l'inferna che porta con sè una umanità enorme. Insieme abbiamo costruito il suo personaggio.

Nel film c'è una critica esplicita nei confronti dell'atteggiamento istituzionale nei confronti degli immigrati.

La risposta dello Stato a questo problema è stata senza dubbio insufficiente. Lasciare gente in mezzo al mare è il segnale di una gravissima inciviltà. Noi oggi non ci rendiamo conto della tragedia dii questi uomini e donne, abbiamo perso ogni forma di orientamento e di discernimento e in tal senso c'è la responsabilità dello Stato ma anche di un certo tipo di informazione mediatica.

Il suo film poteva essere meno politically correct?

Non capisco cosa si intende con politically correct. Io in quanto regista certo non mi propongo di dare delle risposte, ma semmai di porre delle domande su un tema che ci riguarda da vicino.

Come mai l'isola in cui si svolge il film non ha nome nè collocazione precisa?

Se avessi detto esplicitamente che il film era ambientato a lampedusa avrei fatto un torto alla storia e alla sua dimensione. Mi piaceva rimanere nel mistero e fare in modo che l'isola del film fosse in grado di rappresentare tante isole diverse.

 

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