Dopo 32 anni c'è ancora chi stronca I cancelli del cielo, presentato ieri nella versione restaurata di 216 minuti alla presenza di Michael Cimino. Lo ha fatto oggi "Libero". Già nel titolo il grande regista viene definito "killer del western". Poi l'articolo, firmato da Giorgio Carbone, parla del cineasta come "un autore che non fa un film da 16 (Verso il sole), un buon film da 26 (L'anno del dragone)" e poi aggiunge "non so da quanto ha perso ogni idea sulla propria identità sessuale". Le 'perle' però non sono finite qui. La battaglia finale "è filmata come un qualunque regista di home video è buono a fare". Il capolavoro però è verso la fine: "Cimino il divino l'ha definito qualche tossico. Cimino l'assassino piuttosto. Perché nel 1981 uccise quello che per decenni era stato il sogno di tanti ragazzi: entrare nella sala buia e vagheggiare di galoppare nelle immense praterie del West".

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