#Venezia77 – Miss Marx. Incontro con Susanna Nicchiarelli e il cast

Miss Marx ci fa scoprire un personaggio poco conosciuto ed estremamente contemporaneo. L’Ottocento e le sue lotte è meno lontano di quello che pensiamo. Parola di Susanna Nicchiarelli a #Venezia77

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Miss Marx, è il titolo-manifesto del film di Susanna Nicchiarelli, prodotto da Vivo Film e Rai Cinema e distribuito da 01 Distribution, in Concorso al 77° festival di Venezia. Eleanor è la brillante, colta, libera e appassionata figlia minore di Karl Marx, un personaggio poco conosciuto, all’ombra dell’ingombrante padre, eppure donna politica centrale, non solo per gli allora nascenti movimenti femministi ma anche per le lotte operaie di fabbrica, che la regista ha restituito con passione in tutta la sua contraddittoria umanità, scavando nell’archivio familiare: La cosa più divertente quanto ci si avvicina ad un personaggio come il suo, realmente esistito, è di avere accesso a tutte le sue carte, anche ai suoi quaderni di bambina con i disegni, i giochi. È stato molto stimolante lavorare sulle lettere di Marx alle figlie, le corrispondenze che si scambiano le ragazze tra di loro, insomma scoprire questa famiglia. È tutto vero, anche la maggior parte dei dialoghi proviene esattamente dalle lettere di Eleanor o da quelle delle sue amiche. Inoltre ho sentito da subito questi documenti molto vicini a me, a noi, l’Ottocento ci sembra lontano ma in realtà è molto meno lontano di quanto pensiamo…

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Un lavoro che senza dubbio ha un forte sostrato femminista, anche avvalorato, come si fa notare, dalla presenza dell’attrice Romola Garai, vista già in Suffragette, che qui veste i panni di Eleanor Marx, ma che al contempo fa di tutto per emanciparsi da questa ‘pink cage’  in cui qualcuno vorrebbe destinarlo, visto il genere della regista ed il soggetto trattato. L’autrice non ha dubbi a riguardo: Sogno il giorno in cui non sarà più importante se ad aver fatto un film sia una donna o un uomo, e soprattutto la quantità di donne in un festival. Io credo che siamo tutti degli individui e siamo tutti diversi e sarebbe bello che i nostri film venissero giudicati in quanto frutto di individualità. Detto questo, sicuramente il contributo di Eleanor Marx alla Storia è importante anche per il suo femminismo: è stata la prima ad usare il pensiero del padre, il socialismo, articolandolo anche su questioni femministe, ad esempio illuminando le problematiche interne alla famiglia; è stata la prima a parlare di femminismo anche in termini economici e sociali nel rapporto donna-uomo, ma lei partecipava anche ad altre lotte e istanze di cambiamento legate a tutta la società. Lei lottava per tutti gli sfruttati. Quindi non considererei questo film femminista, credo invece che parli di una contraddizione propria all’essere umano, ovvero l’eterno conflitto tra la nostra parte più razionale e quella emotiva, che in Eleanor, come in molti di noi non si conciliano mai.

Una storia dell’Ottocento eppure, come sottolineato a più riprese dalla regista e dagli interpreti, estremamente vicina a noi, e tutto, dal rapporto di coppia mostrato, alle immagini, alla regia, alla colonna sonora, non fa che creare quest’atmosfera contemporanea, questo corto circuito, andando ad evitare ogni nostalgia.

«Come sempre ho scritto il film già scegliendo le musiche ed ho scoperto i Downtown Boys  tramite un amico. Sono giovanissimi, contemporanei ed era importante che lo fossero. Pieni di energia e comunisti, uno dei loro album si chiama Full Communism, la loro musica è molto trasgressiva ed io credo che quell’energia, quella trasgressione sia passata attraverso le immagini, proprio per ricordarci e rendere attuali le battaglie di Eleanor Marx. Lo stesso vale per i Gatto Ciliegia, con cui collaboro sin dal mio primo film, che hanno riarrangiato classici del romanticismo come Chopin in chiave moderna». 

Anche la continua rottura della quarta parete, che interrompe l’inganno della storia, quello sguardo in macchina più con Truffaut che con Godard questa volta – « Truffaut è stato molto presente come riferimento per me sin dalla prima stesura» -, ha lo stesso scopo di restituirci una donna contemporanea, in grado di dialogare con il pubblico di oggi tramite le parole originali della vera Eleanor Marx. Giocare con le parole, tanto quanto con la musica e con le immagini per dimostrare così che dietro a delle icone come Marx ed Engles ci sono esseri umani:

«La cosa bella è stata questa, raccontare qualcosa di molto umano. Lo dice anche Marx d’altronde che il suo motto preferito è  “sono uomo e niente di umano mi è estraneo”».

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