Vivants, di Alix Delaporte

Trascina dentro la notizia anche attraverso lo sguardo della bravissima protagonista Alice Isaaz. Nella sua mancanza di distanza perde lucidità ma guadagna in vitalità. VENEZIA80. Fuori Concorso.

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“Non filmiamo cose. Concentrati sul materiale”. Il punto di vista con cui viene raccontata e, contemporaneamente, filmata la notizia, è già uno sguardo cinematografico. Alix Delaporte, regista dei notevoli Angèle et Tony e Le dernier coup de marteau (in concorso alla Mostra nel 2014) entra ancora nella testa della protagonista dopo Clotilde Hesme dei due film precedenti. Stavolta trova il volto appassionato, teso, impaurito, affamato di Alice Isaaz che si trova già catapultata nel ritmo velocissimo di una redazione di un prestigioso network di informazione dove è stata presa come stagista dove, a contatto con giornalisti di grande esperienza, imparerà i trucchi del mestiere.

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In Vivants la vita parte e ritorna dentro quell’enorme stanza del giornale. Si sente il respiro affannato, la paura di non farcela per uno zoom sbagliato. Ma dietro ogni volto c’è una storia. Come nei film precedenti, la bravura di Delaporte è proprio il modo di soffermarsi sui primi piani di Roschdy Zem, di trovare improvvise complicità tra lui e Gabrielle nel momento in cui porta i bambini in redazione. Ci sono momenti d’unione ma anche sfide umane. Anche a rischio della vita. La cineasta porta “dentro la notizia” avvalendosi anche del suo passato di fotoreporter. Nella figura di Gabrielle c’è anche parte della sua vita. E viene mostrata con un film sempre sull’orlo del filo del rasoio, dai reportage con le bombe alle sfilate di moda. Non c’è più distanza tra la vita privata dei protagonisti e chi sono lì dentro al giornale. Forse è questo anche il limite di un cinema che a tratti, nella sua generosità, perde lucidità. Ma per Delaporte, più che la storia contano i gesti, i cenni d’intesa, il panico improvviso per una batteria della telecamera che manca. E, ancora, le interessa mostrare il gruppo di lavoro ma attraverso proprio Gabrielle. Il dettaglio degli occhi di Alice Isaaz, le sue corse sono probabilmente il cuore soggettivo di Vivants che trova nella sua protagonista la sua anima fragile. La ricerca del punto di vista (della notizia) è così anche la ricerca di quello sul (suo) mondo.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.5
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Il voto dei lettori
2 (1 voto)
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