Volami via, di Christophe Barratier

Al cinema da oggi e con protagonista il nipote di Jean Paul Belmondo, Volami via cerca pigramente di aggiornare la formula di Quasi amici, mancando però totalmente il suo intento didattico

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Thomas è un ragazzo bello e ricco che passa tutte le sue notti in discoteca. Mentre  beve, fa strage di donne, sale sul cubo e balla al centro della sala, il montaggio alternato ci ricorda che c’è sempre qualcuno che se la passa peggio. È Marcus, dodicenne nato con gravi problemi e che viene ricoverato a causa dell’ennesima crisi cardiaca. Il suo stato di salute è talmente precario che tutti gli ripetono come ogni secondo di vita sia quasi un miracolo. Nel frattempo, Thomas sta sfrecciando ubriaco verso casa e finisce con tutta la macchina in piscina. Suo padre, un chirurgo che ha in cura proprio Marcus, sulle prime non sembra molto preoccupato dell’incidente, ma il giorno dopo scopre un selfie del figlio che posa fiero davanti alla macchina sommersa. Gli pone, così, un ultimatum: o Thomas si prenderà cura di Marcus o lo sbatterà fuori di casa.

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Questo è il punto di partenza di Volami via, commedia drammatica francese diretta da Christophe Barratier che cerca di aggiornare la formula di Quasi amici, citando il film campione d’incassi del 2011 fin dall’iniziale corsa in macchina. I ruoli che erano di François Cluzet e Omar Sy vengono stancamente invertiti, ammorbiditi e infine consegnati come un pasto preconfezionato a Victor Belmondo, nipote dell’attore simbolo della Nouvelle Vague, e Yoann Eloundou, per la prima volta sullo schermo. La chimica tra i due giovani attori è ottima, ma, nonostante ciò, riescono solo a tratti a rendere sufficientemente emotive scene gravate da una scrittura che sa troppo di déja vù.

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envole-moi belmondo eloundou

Svincolandosi da un paragone inevitabile quanto impietoso, comunque ci si ritrova insoddisfatti. Lo svolgimento di Volami via è praticamente una lunga sequela di episodi e gag più o meno divertenti in cui il ricco galletto Thomas condivide con Marcus i privilegi che cerca di mantenere con le unghie e con i denti. Gli compra un computer con i soldi del padre, si fa prestare una macchina sportiva da un amico per far fare un giro in macchina al ragazzo, gli compra una maglietta del Paris Saint-Germain e lo fa imbucare allo stadio. Così, entrambi imparano qualcosa: Thomas a ripulirsi la coscienza a forza di atti di beneficenza e Marcus a non pensare a un futuro quantomai incerto.

È guardando ai personaggi secondari, però, che si capisce pienamente Volami via. Il film è totalmente indifferente nei confronti della madre di Marcus, che da sola lo ha cresciuto e da sola lo mantiene, mentre il suo religioso compagno e il suo antipatico vicino non sono minimamente degni di uno sguardo empatico, ma tuttalpiù di una presa in giro (ed è meglio sorvolare sul personaggio dell’infermiera, la cui unica ragione di esistere è quella di innamorarsi di Thomas). È il personaggio del padre, però, che svela più di tutti gli altri, visto che il film si comporta esattamente come lui, che cerca di insegnare al figlio/spettatore il valore di un’empatia che nemmeno lui conosce. Così, quello che vorrebbe essere un percorso didattico di crescita emotiva volto a prendere coscienza del presente per plasmare il proprio futuro si arena in acque stagnanti, votandosi pigramente all’inerzia.

Titolo originale: Envole-moi
Regia: Christophe Barratier
Interpreti: Victor Belmondo, Yoann Eloundou, Gérard Lanvin, Marie-Sohna Condé, Ornella Fleury
Distribuzione: I Wonder Pictures
Durata: 91′
Origine:
Francia, 2021

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
2

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
3 (6 voti)
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