Progetto nato per celebrare una delle più note fiere italiane dedicate al fumetto e ai videogiochi, resta intrappolato nel tono promozionale, senza coglierne davvero lo spirito.
Trasfigura la fiaba di Cenerentola in un incubo. E sulla scia di The Substance, si serve dei linguaggi del body horror per attaccare i pressanti modelli di bellezza veicolati dalla società odierna
Pamphlet sulle isterie dei presente con la programmaticità a efferatezza progressiva di un apologo dei Coen e la gittata satirica di un episodio dei Simpson, nel bene e nel male.
Se l’amore è un nido, il film lo trasforma in una trappola, o grotta inesplorata: Esplora il lato più sadico, sfrenato e voyeuristico della coppia, sorridendo del dolore e molto di più.
La struttura che sorregge l'uso delle registrazioni reali che evocano la voce della piccola Hind racconta anche il destino delle immagini nella nostra epoca di "panopticontent"
Non fa nulla per evitare di essere dichiaratamente respingente, ma ogni inquadratura trasuda cinema al 100%. Una nuova deriva oltre il body horror. Impetuoso e abbagliante.
Tratto da un fatto di cronaca avvenuto nel 2019, il secondo film del regista tunisino, presentato alla Mostra di Venezia del 2024 nella sezione Orizzonti, conferma il suo talento.
Il regista torna ai personaggi insoddisfatti in attesa di riscatto tipici del suo cinema. Punta però più sui corpi che sulla parole, con esiti meno positivi che in passato.
Il primo film narrativo del documentarista americano è un musical sui generis, talvolta anche fin troppo eccentrico: eppure è questa sua atipicità ad esaltare, e non a limitare, il suo spirito utop
Filtra con audacia la simbiosi madre-figlio attraverso la lente della disabilità, senza mai cadere nella trappola del sensazionalismo o dell'eccesso di autocommiserazione.
Dopo il passaggio alla Berlinale 75, l’autore rumeno di Kontinental '25 e Sesso sfortunato o follie porno, raggiunge il festival bolognese per il Celebration of Lives Award 2025
Un film “esempio”, che vuole restituire nella maniera più fedele possibile l'esperienza di una persona trans. Un racconto che fa dialogare la dimensione personale e quella sociale.
Un esordio interessante dal punto di vista visivo e sonoro ma fortemente limitato da una scrittura dei personaggi abbastanza trascurata, che affronta la tematica della diversità.
Il gioco del tennis non più come relazione, bensì come dinamica solitaria e silenziosa nella quale le colpe riaffiorano e così le vittime. Un esordio folgorante.
Non riesce a bilanciare fantasy, comedy ed horror, pur con un'estetica interessante ed un messaggio politico chiaro. Penalizzato da un sensazionalismo di cui non aveva bisogno
Torna il festival di Bologna dal 6 al 16 giugno, tra gli ospiti Joshua Oppenheimer e George MacKay. Presentato l'artwork di questa edizione a cura degli studenti dell'Accademia di Belle Arti
Miscuglio di opere importanti come Scappa - Get Out a Midsommar, punta alla in direzione del poco convincente The Menu. Medio A24: non annoia, ma risulta dimenticabile.
Le registe puntano sul volto “vivo” e stremato dello straordinario Lindon, che si porta sulle spalle un film altrimenti rischiosamente schematico e stilisticamente monocorde.
Il film di Jonathan Glazer approda di nuovo al cinema per la Giornata della Memoria dal 26 al 29 gennaio. Steven Spielberg lo ha definito “il miglior film sull’Olocausto dai tempi di Schindler’s
Questo straordinario romanticismo non ha bisogno del dramma dei conflitti o di troppe parole. Sa raccontare un'atmosfera, ma anche l'aspetto più prosaico e surreale del quotidiano.
Il cineasta francese si conferma teorico assoluto della materia sintetica e creatore di forme nuove con cui indaga il DNA della nuova vita delle immagini. Grande prova di Léa Seydoux
I film di Clint Eastwood (in uscita oggi) e Bertrand Bonello (in sala dal 21 Novembre) segnalati dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani
L'intreccio è solo di facciata eccentrico. E Nikki è incapace di scavare a fondo nel mare di stravaganze che popolano le immagini o di ragionare sulla simbiosi che unisce i due giovani protagonisti
Il mostruoso femminile come non l’abbiamo mai visto. Un body horror picture show probabilmente destinato a diventare un classico negli anni a venire. Miglior sceneggiatura a Cannes77.
Si riallaccia alla tradizione autoriale del dietro le quinte, del “film nel film”. Ma in verità è una commedia sulle persone e sul lavoro. Semplice, umile, ma anche lucido nel centrare il bersag
Da una parte è sorprendente per il disegno minimale e per una serie di spunti interessanti ma dall’altra è confuso e macchinoso in alcune soluzioni stilistiche.
Gioca con ironia sull'incapacità del protagonista di essere sé stesso. Ed arriva ad abbattere il confine che ci separa dalle sue (e quindi anche nostre?) stranezze. VENEZIA81. Settimana della Critic