La quercia e i suoi abitanti, di Laurent Charbonnier e Michel Seydoux

Documentario di grande impatto visivo e con una notevole cura per le immagini. Diverso dai canonici lavori naturalistici e per questo ancor più prezioso.

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La quercia e i suoi abitanti è un documentario di grande impatto visivo e certamente con una notevole cura per le immagini. In un bosco fitto di vegetazione la protagonista assoluta è una rigorosa quercia che praticamente fa da condominio per i tanti abitanti della terra. Dallo scoiattolo rosso, al topo selvatico, dalla narnia al barbagianni, senza contare svariati insetti e volatili a rendere sempre vivo e colorato il mondo intorno all’imponente albero.

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La caratura tecnica e l’esperienza sensoriale che scaturiscono dall’opera, mette in risalto il tempo e le stagioni che si susseguono, la pioggia, le tempeste, la quiete, il silenzio, l’orchestra di suoni e richiami, il tesoro inestimabile della natura che prosegue il suo cammino, incurante dei nostro piccolo e probabilmente ingombrante esistere. Fenomenali alcune scene, come in particolare l’inseguimento aereo tra un rapace e la preda di turno, oppure il lento ed inesorabile assalto di un serpente ad un nido, sventato all’ultimo istante per il casuale cedimento di un ramo. La memoria ovviamente torna al doc del 1996, Microcosmos, in cui la vita degli insetti era riscoperta su scala millimetrica. Tra l’altro anche quel doc era una produzione francese. Se però Microcosmos, preparato in venti anni, girato in tre e montato in sei mesi, aveva un taglio di tipo bio-scientifico, La quercia e i suoi abitanti invece predilige alcuni particolari aspetti ancor più prettamente cinematografici. Soggettive miracolose tra i piccoli protagonisti, il silenzio intervallato dalla rigenerante musicalità della natura, con i suoi rumori di scena, fanno di questo lavoro un raro strumento narrativo in cui la drammatizzazione sposa felicemente un istintivo, quanto naturale copione d’animazione fiction. Manca la voce narrante. Soltanto alla fine, a precedere i titoli di coda, si alza una poetica e lieve canzone, che rende tutto più potente del convenzionale documentario naturalistico, con i suoi espedienti tecnici tipici, quali ralenti, approcci didascalici, reiterate, spesso superflue, enfatizzazioni sceniche “antropomorfizzanti”.

Paradossalmente, stavolta la bellezza non sta nella ricerca spasmodica e spettacolarizzante dei dettagli, sempre più minimi e performanti, ma soprattutto nella passione forte verso la diversità, quindi aprendo, “allargando” lo sguardo verso orizzonti non umani, necessariamente.

 

Titolo originale: Le chêne
Regia: Laurent Charbonnier, Michel Seydoux
Distribuzione: I Wonder Pictures
Durata: 80’
Origine: Francia, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
4
Sending
Il voto dei lettori
4 (2 voti)
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