Winning Time: bufera sulla nuova serie di Adam McKay

Jerry West, Magic Johnson e Abdul-Jabbar hanno criticato aspramente il loro ritratto nella serie e minacciano di procedere per vie legali. Intanto, HBO ha dato il via libera per la seconda stagione

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I Los Angeles Lakers 1979-1980 contro Winning Time e HBO. Non sembra intenzionata a placarsi la polemica sulla nuova serie TV firmata Adam McKay. Il prodotto HBO che racconta la nascita della Showtime Era dei Los Angeles Lakers, è finito nei mesi scorsi all’interno di un ciclone di polemiche.

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Sono gli stessi protagonisti di quel periodo, dall’allenatore Jerry West alle stelle Magic Johnson e Abdul-Jabbar, ad aver denunciato il loro ritratto, definito troppo macchiettistico e pieno di falsi storici. McKay, sceneggiatori e produzione hanno risposto alle critiche ma il contenzioso non sembra affatto terminato.

Riavvolgendo il nastro, la serie TV ha debuttato negli States lo scorso 6 marzo ma prima ancora che potesse sbarcare in Italia (il 2 giugno) è scoppiata la polemica. Jerry West, coach dei Lakers durante la stagione 1979-80, ha attaccato duramente Winning Time. L’accusa è di aver reso i protagonisti della vicenda, in particolare il suo personaggio (spesso rappresentato come un alcolizzato fuori controllo), delle macchiette ridicole. Non solo, secondo West, sarebbero presenti all’interno delle puntate numerosi falsi storici che screditerebbero la sua immagine e quella dei giocatori.

La serie ci ha resi tutti dei personaggi da cartoni animati. Hanno sminuito qualcosa di bello. Se sarò costretto a farlo, porterò questo caso fino alla Corte Suprema”,

Non si è fatta attendere la risposta di HBO che ha preso le difese del suo prodotto e delle fonti che hanno permesso la ricostruzione storica della vicenda.

HBO ha una lunga esperienza nella produzione di contenuti coinvolgenti ispirati a fatti realmente accaduti e a eventi che vengono in parte rappresentati in modo fittizio per scopi drammatici. Winning Time non è un documentario e non è presentato in quel modo. In ogni caso la serie, e ciò che mostra, si basa su una lunga ricerca e su fonti affidabili. HBO sostiene in modo risoluto i creators talent e il cast che hanno portato questo epico capitolo della storia del basket sullo schermo”,

Ad alimentare la polemica, ci sono anche i giocatori che parteciparono all’annata storica 1979-1980, primo su tutti Kareem Abdul-Jabbar. Il realizzatore più prolifico della storia del basket ha preso una netta posizione accusando la serie sia da un punto di vista storico che artistico.

“Le azioni esagerate che i nostri personaggi compiono aiutano sì a creare pathos, d’altra parte mi sembrano momenti di facile sfruttamento dell’uomo piuttosto che di esplorazione del personaggio. Winning Time non è solo deliberatamente disonesto ma anche tristemente noioso”.

Proseguendo, la dichiarazione di Jabbar assume toni sempre più aspri. Raccomanda agli spettatori di non guardare Winning Time ma di recuperare al più presto il prodotto Apple Tv+ They Call Me Magic e un imminente docuserie diretta da Antoine Fuqua, realizzata con il coinvolgimento di veri giocatori dei Lakers. Infine, Jabbar rincara definitivamente la dose.

“Il problema con Winning Time non è tanto il fatto che i realizzatori hanno deliberatamente evitato i fatti come se fossero malattie sessualmente trasmissibili, ma che i veri fatti sono stati sostituiti con fragili finzioni di cartone che non vanno più a fondo e non offrono spunti rivelatori. I realizzatori hanno avuto accesso numerose informazioni, ma la verità e l’intuizione non erano nella loro agenda“.

Anche Magic Johnson si è espresso contro il progetto. Già in tempi non sospetti (dicembre 2021) aveva rivelato di non essere interessato alla serie di McKay, ma una volta scoppiata la polemica, la stella non si è certo tirata indietro. Intervistato da Variety, Johnson ha sottolineato l’impossibilità di realizzare un progetto che parte da una base storica senza coinvolgere i protagonisti della vicenda. Infatti, né lui né Abdul-Jabbar hanno partecipato a Winning Time, probabilmente per forti divergenze sulla caratterizzazione dei personaggi. D’altro canto l’emittente britannica sostiene di aver cercato di coinvolgere più volte i protagonisti del passato ma di aver incassato sempre dei rifiuti.

La linea di HBO è sempre stata quella di aver creato un prodotto rivisitato in chiave drammatica. Non a caso, la serie è tratta da un libro di Jeff Pearlman: Showtime: Magic, Kareem, Riley, and the Los Angeles Lakers Dynasty of the 1980s. Lo stesso Pearlman ha utilizzato il canale dei social media per esprimere la sua posizione, ripostando le dichiarazioni di Danny Strong, creatore di Dopesick.

“L’NBA e i Lakers hanno bisogno di ripensare la loro strategia. Attaccare la serie li fa sembrare meschini e incapaci di accettare una battuta. Tutti amano la serie perché è fantastica, e infatti ha enormi rating. I momenti negativi del personaggio sono pieni di affetto, umorismo e amore per Lakers”.

Dopo i primi botta e risposta, i toni sembrano essersi abbassati ma il contenzioso è tutt’altro che risolto. West chiede una “ritrattazione, scuse e danni da HBO” la quale, dato il successo riscontrato dai primi episodi, ha già rinnovato la serie per la seconda stagione che andrà in onda presumibilmente nel 2023.

L’ultima dichiarazione in ordine di tempo è quella di Adam McKay. Il supervisor artistico di Winning Time di cui ha anche diretto l’episodio pilota, in una recente intervista al Tribeca Film Festival ha commentato la polveriera mediatica scatenata sulla serie.

“Doveva essere il progetto divertente uscito da Don’t Look Up. Avevamo appena affrontato il tema di come la cultura di questi anni sia nociva nei nostri confronti, anche se attraverso il filtro della commedia. E poi ho pensato: ‘Dai, facciamo Winning Time‘. Ma come per Don’t look Up, anche su questa serie sono scoppiate molte polemiche… io personalmente la adoro. Abbiamo cercato di creare un prodotto per cui le persone, una volta finito un episodio, esclamassero: Merda, lo stavo aspettando”.

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