ALBA INTERNATIONAL FILM FESTIVAL. INFINITY – "Frankie" di Fabienne Berthaud

Finto-documentario sull'attrice e modella Diane Kruger, in realtà una sperimentale e accesa pellicola di contrasti come quelli tra corpo e mente, tra cinema e psichiatria. La Berthaud unisce la forma narrativa dello scrittore e l'occhio del fotografo e ne viene fuori un film che si sgretola progressivamente e che si apre su un finale emozionante.

--------------------------------------------------------------
CORSO DI SCENEGGIATURA ONLINE DAL 6 MAGGIO

--------------------------------------------------------------

Dall'Alba international Film Festival un'altra curiosa e interessante sorpresa. Frankie può apparire infatti un documentario sulla modella e attrice Diane Kruger, l'attrice tedesca rivelatasi con film come Troy, Autoreverse e Adrenalina Blu. Invece lo spostamento sul piano della finzione è impercettibile ma presente. La Kruger e il personaggio di Frankie condividono infatti l'attività di modella. Inoltre la Berthaud segue il corpo della protagonista come se dovesse documentare frammenti della sua esistenza, dall'ospedale psichiatrico ai provini, catturandone soprattutto squarci di una malattia da dettagli come le occhiaie sul volto, la camminata nervosa, l'incapacità a trasmettere qualunque tipo di emozione davanti all'obiettivo di un fotografo. Frankie, che racconta appunto la vicenda di una modella ventiseienne tedesca trasferitasi a Parigi e ricoverata in clinica per una grave forma di depressione, ha in sé dei salti temporali consistenti anche perché la regista, che ha già diretto in collaborazione con Mathilde Seigner il cortometraggio Noël en famille nel 1998, ha girato questa pellicola nel corso di 3 anni interrompendola ogni volta che la Kruger era impegnata su un altro set. Le immagini di Frankie, anche materialmente, appaiono deboli, come se si dovessero rompere da un momento all'altro, segno questo di uno stile sperimentale in cui in ogni inquadratura la Berthaud è come se racchiudesse allo stesso tempo la narrazione dello scrittore e lo sguardo del fotografo per entrare dentro l'anima della protagonista. Dentro Frankie sono presenti continui sbalzi luministici. Troppa luce, troppa ombra, in questa continua contrapposizione tra il corpo e la mente, tra la moda e la psichiatria. Il film della Berthaud colpisce soprattutto per il modo in cui si sgretola progressivamente. Si passa infatti dalla chiusura, dalla claustrofobia delle mura dell'istituto psichiatrico ai luoghi aperti di un prato dove la figura di Frankie sembra avere improvvisamente perduto consistenza ed essersi trasformato in una specie di angelo. Forse in questo acceso finale c'è la rimozione non solo dei residui di un passato ma anche delle scorie della malattia.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array