Bad Boys For Life, di Adil & Bilall

Tra Arma Letale e i nuovi Fast & Furious, l’efficace ritorno dei Bad Boys si discosta dalla frenesia di Michael Bay e tenta una sua via nel panorama astratto dell’action contemporaneo

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Tempi duri per gli amanti dell’action vecchia scuola: la mappa del genere più puro di tutti i generi è dispersa quanto un campo/controcampo a distanze siderali Firenze/Siena/Roma/Hong Kong/Taranto in 6 Underground di Michael Bay – nelle saghe blockbuster come l’MCU e i Fast & Furious ci si picchia sempre meglio e con sempre maggiore attenzione alla resa “marziale”, e per i cinefili hipster l’industria propone le astrazioni arty dei John Wick, dei M:I di McQuarrie o dei Bond dell’era Mendes. Esiste ancora una riserva incontaminata che non sia l’universo degli straight-to-video in cui continuano a svernare Seagal o Dolph Lundgren? Jerry Bruckheimer sembra aver fiutato per tempo che tira aria di nostalgia per il disaster porn d’azione anni ‘80/90 e, assoldati per entrambi i titoli la coppia di cineasti belga Adil El Arbi e Bilall Fallah (classe ’86 e ’88, che dunque ha dovuto studiare in differita l’intera epoca pre-Matrix del canone), lancia il recupero di Bad Boys e del venturo Beverly Hills Cop 4, aggiornati ai tempi dei vertiginosi David Leitch e Chad Stahelski.
Lo script dei campioni Pete Craig e Joe Carnahan si aggancia al mood malinconico degli ultimi Arma Letale, con gli sbirri interpretati da Will Smith e Martin Lawrence ad un passo dalla pensione e molto meno scanzonati di quanto li ricordavamo, incastrati in un tiro incrociato di matrimoni di figlie (Michael Bay in persona officia la cerimonia) e nascite di nipoti. Ma si tratta in realtà soprattutto di un veicolo per effettuare l’update del team dei nostri eroi ad una serie di new entries in perfetta modalità Fast & Furious (il vero franchise di riferimento dell’operazione, comprese le traiettorie da soap di vecchi amori, paternità ritrovate, e antagonisti subito disposti al face): l’hacker, l’orientale, e l’agente cazzuta e letale Vanessa Hudgens.

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Per un po’ Adil & Bilall sembrano cercare il ritmo giusto per far salire di giri il motore, e inanellano qualche sequenza di motociclette e timido parkour un po’ troppo anonima, tanto che ti viene quasi la paura che il livello sia quello degli innocui Die Hard degli anni 2000. Poi però, con il mega-inseguimento in sidecar di metà film e soprattutto con la resa dei conti finale tra le fiamme, i due cineasti chiariscono quanto si poteva già intuire dalla sparatoria d’apertura nell’officina di auto: l’unica old school possibile delle pistolettate passa ancora dalla Hong Kong dell’heroid bloodshed, da cui Bad Boys For Life pare mutuare la formula di commedia slapstick/mélo/azione spasmodica, in maniera ancora più spinta di quanto non facessero i primi due episodi (modellati maggiormente sulla variante all black di Miami Vice).
Da un altro punto di vista, il ritorno su Bad Boys (di cui è già in cantiere il quarto episodio) conferma la ricerca disperata di Will Smith (qui anche produttore) per trovare un proprio posto nel mercato contemporaneo delle saghe e degli “universi”, dopo i tentativi semi-fallimentari di Suicide Squad e Gemini Man, tra i vari. E va detto che gli abiti griffati di Mike Lowry gli calzano ancora a pennello, forse con maggiore efficacia di molti altri che gli abbiamo visto indossare ultimamente.

Titolo originale: id
Regia: Adil El Arbi, Bilall Fallah
Interpreti: Will Smith, Martin Lawrence, Vanessa Hudgens, Alexander Ludwig, Charles Melton, Kate del Castillo, Joe Pantoliano, Paola Nunez, Nicky Jam, Jacob Scipio, Theresa Randle, Happy Anderson, Bianca Bethune
Distribuzione: Sony Pictures Italia / Warner Bros. Pictures Italia
Durata: 123′
Origine: USA, 2020

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.2

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
1.5 (2 voti)
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