CANNES 67 – Still the Water (Futatsume no mado). Incontro con Naomi Kawase

naomi kawase

La cineasta giapponese Naomi Kawase ritorna in concorso a Cannes dopo esserci gia' stata in passato altre tre volte: Shara (2003), Mogari no mori (2007) e Hanezu no Tsuki (2011). Con lei ci sono i produttori Takehiko Aoli e Masa Sawada assieme ai protagonisti Nijiro Murakami e Jun Yoshinaga.

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naomi kawaseLa cineasta giapponese Naomi Kawase ritorna in concorso a Cannes dopo esserci gia' stata in passato altre tre volte: Shara (2003), Mogari no mori (2007) e Hanezu no Tsuki (2011). Con lei ci sono i produttori Takehiko Aoli e Masa Sawada assieme ai protagonisti Nijiro Murakami e Jun Yoshinaga.

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Qual'e' la sua filosofia della vita? C'e' una sorta di trasformazione dopo la morte?

Sappiamo tutti, dal momento in cui nasciamo, che siamo destinati a morire. La morte ha un legame con la vita ma ce ne siamo dimenticati. La morte e' invece un passaggio e questa cosa la penso profondamente. Gli abitanti dell'isola dove e' stato girato il film invece non hanno un'attitudine negativa davanti alla morte. Il nonno, quando muore la donna, dice: "E' tornata nel suo villaggio natale". E questo da una sorta di sicurezza e toglie ogni paura. Li quindi, dagli abitanti dell'isola, ho imparato una cosa chesentivo dal profondo senza saperla. 

 

 

E' venuta a Cannes spesso, anche come membro della giuria. Lei ha detto che stavolta vuole vincere la Palma d'oro. E' vero?

Si, avevo detto questa frase ma i media giapponesi l'hanno poi amplificata. Poi, quando si gareggia in competizione, e' chiaro che si parte per ottenere il premio piu' prestigioso. Mi sembra che, rispetto alla mia opera precedente, questo film sia piu' complesso. Per me pero' la cosa piu' importante non e' quella di ricevere premi ma che questo film esista. Ho amato particolarmente farlo e il fatto che lo veda il pubblico di tutto il mondo mi emoziona.

 

 

still the waterQuesto film e' stato girato sull'isola Amami dove la natura e' straordinaria. Che direttive ha dato alla sua troupe per rendere la bellezza del paesaggio?

Ho potuto contare sull'ottimo lavoro del direttore della fotografia Yutaka Yamazaki che e' un veterano e oggi ha 63 anni. Alla fine della lavorazione ha detto: "Il paesaggio che avevo davanti mi ha trasmesso la forza della giovinezza. E' come se avessi filmato per la prima volta". Ho riflettuto molto su quello che ha detto. Questa forza e' data dai due attori protagonisti e dal montaggio (della francese Tina Baz) su cui ci abbiamo lavorato per oltre un mese. Non avevo mai trascorso tutto questo tempo a questa fase di postproduzione precedentemente.

 

 

Per lei e' piu' difficile fare un documentario o un film di finzione? E poi qual'e' l'importanza della forza della natura?

Beh, la produzione e' ovviamente differente tra documentario e film di finzione. Ma sono entrambi cinema che deve mostrare il reale e mettere a fuoco il rapporto tra i personaggi e il mondo che li circonda. in Still the Water, in maniera particolare, ho cercato di fondere tutti questi elementi: realta', personaggi e spazio. Per quanto riguarda la natura, noi siamo colpiti dalla sua bellezza. Cio' che l'ha originata l'ho mostrato nelle mie opere precedenti. La bellezza nasce poi dalla paura che gli uomini hanno nei suoi confronti. Gli abitanti del mio film vivono infatti davanti all'imponenza delle onde intorno all'isola. E queste potrebbero portarli via da un momento all'altro.

 

 

 

 

 

 

 

 

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