Doppio passo, di Lorenzo Borghini

Opera prima davvero convincente. Alle ottime interpretazioni si aggiunge la forte la sensazione di un lavoro che sa di cosa parla, con la finta del doppio passo come punto di non ritorno

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Doppio passo è un’opera prima davvero convincente da tutti i punti di vista. Non solo ci sono ottime interpretazioni, su tutte quella del protagonista Giulio Beranek, ma resta forte la sensazione di un lavoro che sa di cosa parla, in cui si conoscono a fondo le dinamiche di una lenta, quanto inesorabile, discesa all’inferno, attraverso un effetto domino senza fine. Il capitano della squadra di calcio della Carrarese, dopo aver condotto il suo gruppo alla vittoria del campionato di serie C con ben 5 giornate di anticipo, sente di poter fare un passo importante, il suo vero e definitivo “doppio passo”. Convince sua moglie a prelevare un ristorante in città, che ha bisogno di essere ristrutturato per ripartire. Sente che questa è la volta buona per svoltare, per sistemarsi davvero, anche perché gli è stato promesso un nuovo e fortunato contratto in serie B, nonostante sia ormai avanti con l’età. Deve soltanto trovare cinquantamila euro e il sogno potrà avverarsi. Quei soldi glieli presta Sandro Costa, un imprenditore di provincia che si presume sia suo amico. Tutto pare volgere nei migliori dei modi, ma è l’inizio del baratro. A Claudio Rosso, l’unico e solo capitano, l’idolo della folla, non viene rinnovato il contratto, la sua società ha altri progetti senza di lui. Il procuratore fatica a trovargli un’altra squadra e nel frattempo i debiti si accumulano, con l’amico finanziatore a pretendere la restituzione del prestito.

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Claudio Russo viene minacciato, pestato e messo con le spalle al muro, ormai ridotto sul lastrico, addirittura per mantenersi e sostenere la sua famiglia decide di andare a lavorare come operaio in una cava del marmo, di proprietà del suo ex presidente. Non basta ad appianare le cose e a salvare il matrimonio che comincia a scricchiolare. Il doppio passo si ripresenta stavolta minaccioso e potrebbe determinare il punto di non ritorno…

Il regista Lorenzo Borghini riesce a presentare uno storia di calcio senza mai mostrare una pedata, perché il calcio è il pretesto giusto e azzeccato nel mostrare quanto sia devastante il tempo che passa e quanto sia effimera la riconoscenza in un mondo in cui il profitto è l’unica ragione di vita. Il realismo nelle vicende raccontate e la capacità di non farsi mai prendere la mano, anche nella caratterizzazione degli interpreti, restano probabilmente le peculiarità più riuscite di tutto il film. Il doppio passo è certamente una finta ubriacante sul campo da gioco, nella vita invece potrebbe essere il punto di scarto verso un’esistenza che di finzione non avrebbe più niente, dopo i clamori della festa, i clamori dell’esaltazione.

 

Regia: Lorenzo Borghini
Interpreti: Giulio Beranek, Giordano De Plano, Valeria Bilello, Lorenzo Adorni, Fabrizio Ferracane, Bebo Storti, Marco Giuliani, Alessio Sardelli, Bruno Santini
Distribuzione: Garden Film
Durata: 92’
Origine: Italia, 2023

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.8
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Il voto dei lettori
2.75 (8 voti)
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