È morto Gianni Vattimo

È morto a Torino a 87 anni uno degli esponenti del postmodernismo europeo. Tra i primi promotori del pensiero di Gadamer in Italia, viene ricordato principalmente per il concetto di “pensiero debole”

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È morto morto a Torino, città dove era nato nel 1936, il filosofo Gianni Vattimo. Laureatosi nel 1959 e conseguita la specializzazione a Heidelberg insieme ai compagni di corso Karl Löwith e Hans Gadamer (fu tra i primi promotori del pensiero di quest’ultimo in Italia), a partire dal 1964 ha insegnato estetica all’Università di Torino. Nella stessa università, nel corso degli anni, è stato anche preside della Facoltà di Lettere e Filosofia, professore ordinario di filosofia teoretica e professore emerito. Inoltre è stato visiting professor in prestigiose università in tutto il mondo e gli sono state conferite numerose lauree honoris causa. Si era definito più volte un “cattolico militante”, essendo profondamente influenzato dal pensiero cattolico, non rinnegando mai il comunismo come orientamento politico. La vocazione politica lo ha portato a essere Europarlamentare per Italia dei Valori di Antonio Di Pietro nel 2009, dopo anni di impegno con il Partito Radicale e il Partito dei Comunisti Italiani. Fin dal 1975 ha riconosciuto apertamente la sua omosessualità, allo stesso tempo non rinunciando al suo sentirsi cattolico.

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Uno dei contributi più importanti di Gianni Vattimo alla filosofia è stato sicuramente il concetto di pensiero debole, introdotto insieme a Pier Aldo Rovatti e ascrivibile alla corrente postmoderna. L’idea di pensiero debole viene usato da Vattimo per descrivere il profondo cambiamento nel pensiero occidentale a partire dalle opere di Friedrich Nietzsche e Martin Heidegger, nelle quali riscontra un processo di indebolimento di numerosi capisaldi della filosofia occidentale a partire dal concetto di assoluto e dal decadimento della metafisica.

Per quanto riguarda la sfera dell’audiovisivo, Gianni Vattimo ha lavorato negli anni ’50 ai programmi culturali della Rai insieme all’amico Umberto Eco. Nel 1986, sempre sulla Rai, ha ideato e condotto il programma La clessidra. Così, per una mezz’ora (prima il sabato sera in fascia pre-serale, poi il lunedì a precedere Il processo di Aldo Biscardi), il dibattito filosofico si svolgeva sulla televisione pubblica con una conversazione alla pari tra Vattimo e ospiti come Massimo Cacciari, Emanuele Severino e Claudio Magris.

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