"Esterno sera", di Barbara Rossi Prudente
Al di là dei suoi obiettivi meriti produttivi il problema di Esterno sera non è un cast composto da attori che a volte si trovano impacciati sul set, e nemmeno la povertà della messa in scena, ma, invece, è proprio la sua anima naif, talmente estrema da far presto perdere completamente l'interesse per la storia e i suoi protagonisti.
Prima di qualsiasi considerazione in merito alla pellicola Esterno Sera permetteteci di prendere un po’ di spazio ed esprimere la nostra ammirazione umana verso la regista Barbara Rossi Prudente. Dopo aver vinto, nel lontano 1999, il premio Solinas per la miglior sceneggiatura con questo lavoro, l’autrice ha lottato per anni, senza mai stancarsi, per poterlo realizzare. Grazie al meritorio intervento di Microcinema, piccola e frizzante realtà della nostra monolitica industria cinematografica, Esterno Sera finalmente è nato, permettendo cosi alla regista di esaudire il suo desiderio. Il film, pur in una scontata penuria di mezzi tecnici, è un’opera sincera, nata dalla pancia della sua creatrice, una pellicola che ha il coraggio, nella sua ricerca di raccontare la tragedia quotidiana delle periferie italiane del Sud, anche di affrontare temi di un'audacia enorme (ad esempio l’incesto) e di non scendere mai a compromessi, né narrativi, né registici (la decisione di realizzare, nonostante grandi difficoltà. scen come la pericolosa corse a piedi in autostrada). Come si sa, purtroppo, con troppa sconsiderato coraggio (e magari anche con un’eccessiva fedeltà ai primi, mitici, progetti/amori di una carriera) spesso si pecca mortalmente di ingenuità ed è questo il limite più grande della pellicola. Il problema principale, infatti, non è un cast composto da attori, di chiara impostazione teatrale, che alle volte si trovano impacciati sul set, e nemmeno la povertà della messa in scena, ma, invece, risiede proprio nella sua anima naif, talmente estrema da costringere l’opera in una sorta di infantilismo concettuale che alla fine fa perdere completamente di interesse per la storia e i suoi protagonisti. Un peccato perché lo spunto iniziale di mostrare l’altro lato, quello meno sensazionalista e più genuino, della Gomorra di Garrone meritava un trattamento più smaliziato e ispirato.
Regia: Barbara Rossi Prudente
Interpreti: Valentina Vacca, Emilio Vacca, Salvatore Cantalupo, Ricky Tognazzi, Alessandra Borgia
Origine: Italia 2011
Distribuzione: Microcinema
Durata: 101'