Quindi, cosa è la felicità, come si raggiunge, siamo sicuri sia il frutto dei sacrifici e delle rinunce? Ancora una volta si rischia di finire in un equivoco, nel credere sia sufficiente avere un lavoro, una casa, una famiglia, tutto il campionario della persona integrata e realizzata, e ben inserita nel sistema di sopravvivenza. Forse invece lei siede lì, accanto a noi, ci porge la mano e vuole portarci ad inseguire i nostri sogni, quelli si, lontani e misteriosi. Guardiamo quella mano, poi preferiamo volgere lo sguardo altrove, perché quel sogno contiene anche le nostre paure. E stare faccia a faccia con la paura ci terrorizza. Più facile ascoltare le campane del successo, che trasmettono a reti unificate.

La coppia del film, composta da Andrea (Francesco Di Leva) e Lucia (Miriam Candurro), ha dei problemi, di natura economica innanzitutto. I soldi non bastano mai. C’è il mutuo da pagare, c’è un figlio da crescere, Tommaso. Bisogna stare al passo, correre ed ancora correre, senza fermarsi a guardare se la direzione sia quella giusta. Però la loro crisi nasce altrove, nell’indifferenza reciproca, nel rancore, nell’egoismo scambiato per troppo amore, negli spettri di un’esperienza traumatica. L’uomo inoltre nasconde un segreto, di quelli grossi. Vorrebbe vivere, non solo sopravvivere. Di notte si trasforma nella più famosa Drag Queen napoletana, L’Octavia Meraviglia, e si esibisce su un palco. Lì, tra la musica ed il canto, si sente finalmente se stesso. Capita lo veda la moglie, ed inizia la tragedia. Affiorano i dubbi, legati al pregiudizio, come se quella maschera fosse l’indizio di un tradimento imperdonabile, corruzione dei costumi, corruzione dell’anima, neanche fosse un assioma. Ed inizia una trafila di cattiverie legate alla procedura di divorzio, piena di recriminazioni spinte al limite di un umana tolleranza, abbastanza per moltiplicare il disastro.

L’universo partenopeo restituisce la solita ambiguità sotto il cielo, e la magia e la follia del luogo sono utili al regista per collocare l’opera in un contesto credibile. Sono i personaggi soprattutto a comunicare con l’atmosfera, ricca di passato e tradizioni, e figure eccezionali, poeti e filosofi del quotidiano abituati al rumore del mare. Regole giuste non esistono, servono per cominciare l’ironia o il pianto, il cuore e la trasgressione. La vicenda è svolta in chiave semidrammatica. Si assiste al disgregamento di una famiglia, fatta a pezzi dall’incapacità parlare, evitando lo sguardo dell’altro, muti, per non fargli intuire la propria debolezza. Fatta a pezzi dalla perdita di fiducia. Crolla una parte dell’edificio, e le pareti contigue cominciano a scricchiolare, le amicizie diminuiscono, le certezze scompaiono, nessuno si sente a suo agio nel dolore. Eppure sembra proprio quella la via maestra, l’unica strada possibile, l’urgenza. Si sente la puzza del pericolo, ma in fondo, molto in fondo, regala meraviglie.

Regia: Paolo Cipolletta
Interpreti: Gianfranco Gallo, Miriam Candurro, Francesco Di Leva, Ernesto Mahieux, Giuseppe Pirozzi, Gianni Parisi
Distribuzione: 102 Distribution
Durata: 94′
Origine: Italia, 2020