FUTURE FILM FESTIVAL – Percorsi onirici nell'animazione coreana: "My Beautiful Girl, Mari"

Un film di vibrante intensità, visivamente sorprendente, sul rapporto di amicizia e "amore" che lega tre ragazzini di un quartiere posto a ridosso del mare. E insieme un viaggio tra sogno e realtà alla ricerca di se stessi

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Il Future Film Festival 2003 chiude i battenti proiettando, nella tarda serata di domenica, uno dei film d'animazione che più hanno affascinato i suoi spettatori. Si tratta di My Beautiful Girl, Mari (Mari Iyagi) di Lee Sung-gang, già vincitore del Grand Prix come miglior lungometraggio animato al Festival Internazionale dell'Animazione di Annecy del 2002.

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Realizzato interamente in computer grafica, My Beautiful Girl, Mari mette in scena la storia di un'amicizia tra due ragazzini, prima della prevista partenza di uno dei due per Seoul. Una realtà che ben presto assume i contorni di un sogno, nel quale il protagonista entra, da solo o con l'amico, alla ricerca della propria identità, e trova, appunto, Mari, ragazza angelica che lo accompagna in cielo, sulle nuvole, e che fa da contrappunto al sentimento nascente che il ragazzino sta provando per una sua coetanea, tra i mille problemi di comprensione propri della pubertà di qualunque ragazzino.


Lee Sung-gang possiede la leggerezza del tocco, che si percepisce in ogni immagine, la capacità di trascinare lo spettatore da una sequenza all'altra, magari completamente diversa dalla precedente, senza soluzione di continuità. Il film diventa così un flusso uniforme che spesso confonde la percezione visiva, fino a rendere quasi indistinguibili le sequenze della vita reale da quelle del sogno. Forse proprio questo, paradossalmente, si rivela alla fine il vero limite di questo lungometraggio; come se esso faticasse a liberarsi, a tratti, dal vortice che ha invischiato insieme personaggi e spettatori, senza una direzione precisa verso la quale indirizzare la storia. Un accumulo di sequenze atemporali dal quale il film esce soltanto grazie al sapientissimo amalgama di veri e propri "quadri" levigati e musiche sontuose, che danno vita a una vera e propria "poesia delle immagini".

Insieme a Spirited Away di Hayao Miyazaki e a Mercano el Marciano di Juan Antin, My Beautiful Girl, Mari è un protagonista indiscusso di questa edizione del Future Film Festival. Tre film profondamente diversi tra loro, ma in fondo simili, sulla capacità (necessità) di sognare un mondo, in qualche modo, "diverso", e che speriamo abbiano nei prossimi mesi una distribuzione nelle sale italiane.

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