"Gladiatori di Roma 3D", di Iginio Straffi
Iginio Straffi come José Mourinho. Forse il paragone può sembrare insensato, eppure c'è qualcosa che lega i due personaggi: la smisurata ambizione. Inutile negarlo, al risultato si vede che manca qualcosa. Perché il film è un potpourri di situazioni già viste e personaggi che sanno di già assaporato. La qualità innegabile del comparto tecnico, soprattutto, merita un plauso
Forse il paragone fra il pluridecorato allenatore portoghese ex Inter (ora al Real Madrid) e Iginio Straffi può sembrare insensato. Eppure c'è qualcosa che lega questi due personaggi: la smisurata ambizione.
Il piano funziona quando si ha in testa un'idea ben precisa. Certo, andando per tentativi e non lesinando la gavetta. Prestare la matita alla Bonelli e disegnare albi di Nick Raider equivale a sedere accanto ad un allenatore come Bryan Robson per fagli da secondo (prima allo Sporting Lisbona poi al Barcellona). Preparare la strada all'ascesa. Le Winx sono il Porto (campione d'Europa nel 2004) di Iginio Straffi. Quell'exploit che parrebbe inaspettato ma che, in realtà, cela cura maniacale del dettaglio e programmazione sistematica. La conquista di una reputazione e l'accesso a mezzi e finanze per coronare i propri sogni. Il sottobosco della Raimbow, casa di produzione fondata da Straffi, è un'industria sconfinata fatta di merchandising, di programmi per bambini e parco giochi (Raimbow Magicland, a Valmontone).
Seguendo questo fantasioso iter, Gladiatori di Roma 3D potrebbero essere il Chelsea. Dopo cinquant'anni senza vittorie, la squadra londinese torna a vincere la Premier League. Qualcosa di grande ma ancora palesemente incompiuto.
Come i Blues, questo terzo lungometraggio della Raimbow è frutto di ingenti investimenti. La penna dello sceneggiatore Michael J. Wilson (l'Era glaciale, Shark Tale), gli effetti speciale curati dagli studi Pinewood (proprio di Londra). E certo anche la scelta mirata di affidare le voci a Luca Argentero, per altro più che dignitoso. Laura Chiatti, meglio come melliflua Lucilla piuttosto che la grintosa e determinata Rapunzel.
E Belen Rodriguez. Operazione di marketing, ancor più che artistica. Benché la showgirl argentina non sfiguri nei panni della grintosa e seducente Diana.
Inutile negarlo, al risultato si vede che manca qualcosa. Perché il film è un potpourri di situazioni già viste e personaggi che sanno di già assaporato. L'incipit è il classico di una favola; la tragedia che riduce a orfano il protagonista (Cenerentola, Biancaneve, Dumbo, Bambi, ecc…). Poi una storia discretamente costruita di rivalsa personale, di amore romantico ostacolato ma corrisposto (con lieto fine meticolosamente pianificato), qualche imbeccata morale poco incisiva e un campionario di gag apprezzabili.
La qualità innegabile del comparto tecnico, soprattutto, merita un plauso. La sequenza iniziale, l'eruzione del Vesuvio è da mozzare il fiato. L'antica Roma è una gioia per gli occhi anche se non paragonabile al paradiso visivo creato dalla Ubisoft per Assassin's Creed: Brotherwood).
Regia: Iginio Straffi
Interpreti (voci): Luca Argentero, Laura Chiatti, Belen Rodriguez, Angelo Nicotra
Distribuzione: Medusa
Durata: 88'
Origine: Italia, 2012
il calcio nelle recensioni, le metafore e i paragoni calcistici, sono una cosa estremamente antipatica. Vi prego di ravvedervi.